Tra i vari vizi dell’informazioni italiana, spesso c’è quello di rilanciare solo le notizie allarmiste. Non è per forza un comportamento ispirato da fini politici – anche se la sicurezza, reale e percepita, è uno dei principali terreni di scontro, specie per l’informazione tv: capita che siano gli stessi giornalisti a trovare meno interessante una notizia che non si può strillare.
Se dunque in Italia si è pronti a riprendere i deliri web di un qualsiasi scemo che minaccia attentati in nome di Allah, l’inchiesta che oggi il Guardian ha pubblicato in prima pagina sull’idebolimento di al Qaeda non avrà grande eco (fine della premessa).
Il giornale britannico, che cita esperti e documenti, dice che al Qaeda ha un organico molto ridotto, non riesce più a reclutare, non è più in grado di compiere attentati significativi, in Afghanistan è diventato un peso per i talebani e ha diradato i contatti con i vari gruppi locali. Ooltre al fatto che ha perduto molto sostegno popolare.
Questo non significa che non ci sia un problema col fondamentalismo islamico armato, né che la guerra contro Qaeda sia vinta. Per esempio, resta forte il rischio che la Somalia diventi definitivamente un “safe haven” per al Qaeda facendone un trampolino di lancio per il Nord Africa e anche per la Nigeria. Ma l’idea che al Qaeda sia ancora una specie di Spectre islamica sembra lontana dalla realtà.