Parto da questa notizia di oggi, anticipata già peraltro dal commissario europeo alla Giustizia Franco Frattini, per dire che mi lascia più di un dubbio l’idea di mettere al bando i simboli nazisti, e dunque in primo luogo la svastica (dei simboli fascisti non si parla granché: ma il fascio littorio non è esclusiva del fascismo, per esempio c’è nel simbolo della Repubblica francese). Per almeno due ragioni.
La prima. L’idea del bando equivale non solo a criminalizzare un comportamento, ma anche a cancellare un pezzo di storia, perché invece di spiegare il nazismo (e il fascismo, e i regimi totalitari in genere in Europa, anche se fu il nazismo più di altri a predicare e poi a tentare di praticare il genocidio) finisce così per praticarne la rimozione. E rimuovere certi fenomeni di massa non è il modo migliore per impedire che essi si manifestino di nuovo.
Inoltre, condannare alla rimozione senza spiegare, considerare qualcosa come il Male Assoluto e Inumano (non va dimenticata mai invece la “banalità del male”), può spingere certe persone, soprattutto giovani spiantati (spiantati da diversi punti di vista, non necessariamente solo quello economico) a considerarlo cool. “Chi è il più cattivo di tutti i tempi? Hitler? Quanto è fico, Hitler”.
La seconda ragione è di ordine pratico. Qualcuno, per esempio, ha intenzione di mettere fuorilegge la croce celtica? Ci si potrebbe pensare, perché è un simbolo utilizzato ormai tradizionalmente dall’estrema destra. Allo stesso tempo, però, la croce celtica è ancora un simbolo religioso. Questo per dire che le normative non possono cancellare la volontà di usare simboli, presi in prestito o inventati, per significare le stesse cose attraverso un simbolo che però è “legale”.
Infine, vietare i simboli è sempre discutibile in generale. Penso alla Gran Bretagna dei rave, in cui non si poteva più riprodurre lo smile: decisione più ridicola, che grave, ma che fa capire come il proibizionismo, quando non fa danni, è inutile.
E il giorno in cui qualcuno chiederà – se non l’ha già fatto – di mettere al bando la falce e il martello in, che so, Repubblica Ceca, o in Ungheria, andategli a spiegare che quello in realtà era un simbolo di giustizia, non di orrore.