Noto, leggendo qui e lì tra i blog, una crescente preoccupazione per la possibilità che l’offensiva natalizia sull’aborto porti in effetti a una limitazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza.
In genere ho la tendenza a non allarmarmi e a non allarmare troppo, almeno per quel che riguarda la politica (le ansie personali me le tengo appunto per me e per i miei prossimi), ma in questo caso comincio a temere che, ridendo e scherzando, la società italiana rischi di fare (altri) passi indietro, stavolta grazie alla politica. Come è già successo per l’inseminazione artificiale.
(in genere non amo neanche le distinzioni che vedono una società civile virtuosa rispetto a una politica brutta e cattiva, mi sembrano lo specchio una dell’altra, di solito).
In questa gara sconsiderata ad accaparrarsi i consensi della gerarchia Vaticana, non tenuta più a bada dalla Democrazia Cristiana, e tenuto conto del fatto che in Parlamento la maggioranza è più che flebile, l’opposizione si attacca a tutto pur di buttare giù il governo e il Pd ancora non sa (e non si sa) cosa sia, può succedere che ridendo e scherzando, appunto, si arrivi al peggio. In un’atmosfera da burletta.
Dopo che ci saremo arrivati, ovviamente, si cercherà di sdrammatizzare. E, dato che los italianos sono sempre più autoreferenziali, si converrà che in fondo, le cose non vanno così male, che all’estero è certo peggio. Che noi abbiamo sempre comunque il sole, il mare e gli spaghetti.
E che se poi una vuole abortire, in fondo, mica è così complicato. Basta che prenda un volo RyanAir. Costa pure poco.