Ho appreso ieri che Angelo Di Silvio, un giornalista dell’APCom che conosco da diversi anni, è passato in forza all’ufficio stampa del Presidente del Consiglio. Passa sempre gran parte del tempo a Palazzo Chigi, diciamo, ma non negli stessi uffici.
In bocca al lupo.
La notizia non mi sconvolge in particolare. Altri colleghi sembravano più sconcertati. Certo, a Di Silvio – che spero almeno guadagni bene – spetta ora l’onore della prova di non essere berlusconizzato, lui che ha cominciato a Radio Città Futura e ha continuato nel quotidiano di Avvenimenti via via migliorando la posizione negli anni.
Ma forse è proprio l’aver fatto una tale gavetta, ed avere conosciuto lo sfruttamento di sinistra – quello che pretende di pagarti poco in cambio di nobili ideali: poi in realtà i rapporti di potere e le vicende si sfruttamento sono le stesse, con l’aggravante ideologica – che porta diversa gente ad apprezzare almeno il meglio pagato sfruttamento di destra.
I problemi insorgono di solito quando uno, per spiegare il proprio comportamento da saltafosso, comincia a chiamare in ballo ideali, ti spiega che la vera sinistra è la destra, quando è fico il nuovo datore di lavoro etc etc.
Ma Angelo mi sembra una persona abbastanza concreta da non averne bisogno. E se poi ha deciso che Berlusconi è meglio o almeno meno peggio della leadership della sinistra, diciamo che non è il solo.
Conosco gente piazzata in posti giornalisticamente al di sopra di ogni sospetto che vota Berlusconi per fare un dispetto alla propria ex parte politica.
Altro gossip. Le amichette segnalano che ieri Cristina Cosentino, ex capa dell’Ufficio stampa di Rifondazione Comunista alla Camera si è sposata col regista Mimmo Calopresti, un tempo legato a Valeria Bruni Tedeschi. Resteranno ad abitare nel quartiere di Calopresti, Colle Oppio, non lontano dalla casa di Willem Dafoe e dela moglie italiana?
Gossip più politico. Sabato scorso il Sole-che-ride ha (ri)eletto Grazia Francescato Fatina Verde, incaricata di guidare il partito verso la salvezza, almeno da qui alle Europee del 2009 (sempre che non scatti la riforma elettorale con lo sbarramento, altrimenti saranno ulteriori guai).
A capo del nuovo coordinamento politico che la sosterrà – e che è composto dai boss uscenti dei Verdi – Francescato ha messo il mio amico (quando dico amico, intendo amico) Angelo Bonelli, l’ex capogruppo alla Camera. Che nelle settimana scorse, dopo la botta elettorale paurosa presa da Sinistra Arcobaleno giurava in privato (in pubblico continuava a mandare comunicati a ogni pie’ spinto) che avrebbe lasciato la politica.
Concetto ripetuto anche dopo aver firmato il documento degli ex Pecoraroscaniani per candidare Francescato.
Adesso si dimetterà?
Intendiamoci. A me non sembra necessario dare le dimissioni. E’ una fase difficilissima per i Verdi, ma se ne può anche uscire, non certo con l’harakiri. Piuttosto facendo i Verdi, e non il partito-macchietta, quello di Pecoraro Scanio.
Se però mi dici che la tua carriera politica è finita, e poi non te ne vai, mi lasci il sospetto, come dire, che tu stia prendendo per i fondelli qualcuno (me o te stesso?)
E che la politica è una droga pericolosissima.