Se avete finito la trilogia di Millennium e siete a rota di thriller scandinavi, provate con la serie di Harry Hole. E’ un bel trip, robba bona.
Anche se l’offerta di polar polari (sì, sarebbe un gioco di parole) in questi ultimi mesi è straordinariamente ampia (Marsilio li sta pompando al massimo, anche perché coi tre volumi di Stieg Larsson si è riempita le saccocce, e può permettersi di pubblicare libri dimenticabili come quello di Francesco Rutelli, per dire), i libri di Jo Nesbø sono probabilmente meno noti e visibili perché pubblicati da Piemme. Io, per esempio, li ho scoperti in francese, e solo dopo, googlando, ho trovato l’edizione italiana.
Harry Hole un poliziotto anarchico, cresciuto col punk-rock, porta i Doc Martens, si interessa quasi solo del suo lavoro e ha problemi a empatizzare coi colleghi. E’ complicato e insistente. Afflitto dai sensi di colpa e semi-alcolista.
Jo Nesbø è già di per sé un personaggio. E’ nato nel 1960, ha fatto il giornalista economico, scrive romanzi ed è stato leader di un gruppo pop famoso in Norvegia.
Un pensiero riguardo “C’è un detective a Oslo”