Qualche giorno fa un mio amico e collega, laico e piuttosto poco interessato alle cose religiose, mi ha sorpreso con un’uscita dal tono papale. Parlando di suoi conoscenti che hanno soltanto un figlio, li ha definiti “egoisti” perché non vogliono avere altri pargoli, per non compromettere il loro tenore e stile di vita.
Il mio amico ha due figli, io tre. Entrambi, e con noi sua moglie e la mia compagna, lavoriamo a tempo pieno, barcamenandoci quotidianamente tra lavoro, famiglia, organizzazione delle cose piccole e grandi; cercando di ricavarci anche spazi di agibilità personale per fare alcune cose che ci piacciono, e che sono anche utili a conservare il nostro equilibrio mentale, perché no.
Nessuno ci ha costretti a farlo, è stata una scelta; una scelta che personalmente rifarei, anche quando, a volte, mi sembra di restare schiacciato dal peso delle necessità affettive, intellettuali, ludiche, materiali dei bimbi.
Allora, mi sorprende che il mio amico parli di egoismo. Prima di tutto per motivi, così dire, di logica.
L’egoismo, cioè il concentrarsi soltanto su se stessi, implica, nella sua accezione negativa, che si faccia un torto a qualcuno, che lo si trascuri. Pensi solo a te stesso, è il rimprovero, mentre dovresti pensare anche agli altri. Ai tuoi figli, ai tuoi vicini, ai bimbi affamati, a chi ha fame di libertà. A qualcuno che esiste, e che trascuri.
Ma si può trascurare qualcuno che non esiste? I bambini che non hai messo al mondo, semplicemente, non esistono. A meno di pensare che il torto che subiscono sia proprio questo: non farli venire alla luce significa lasciarli nel buio, non farli passare dalla potenza all’atto.
Ecco, ciò è quello che pensa il Papa, quando parla di egoismo. Si è egoisti se si interrompe la “naturale” catena della procreazione. Che non si può limitare a un figlio, no; bisogna farne almeno… almeno quanti? Due? Tre? Cinque? Quanti se ne riescono a fare nel corso del proprio ciclo riproduttivo?
Egoismo potrebbe essere anche esattamente il contrario, però. Mettere al mondo un figlio che non ha chiesto di nascere, di affrontare le fatiche della vita. Sovrappopolare un mondo che oggi conta già risorse scarse. Anche solo volersi circondare di affetto in attesa di quando si sarà anziani e più vicini alla morte. Non è egoismo questo, in fondo?
Secondo me è tutta invidia, quella del tuo amico. Ma rassicuralo, un figlio solo rompe i coglioni anche più di due, visto che non puoi mandarlo a giocare col fratellino.