La carica dei grillini al Parlamento?

ESCLUSIVO- Grillo: porteremo in Parlamento 50 cittadini

ROMA, 19 maggio (Reuters) – Beppe Grillo rifiuta la definizione di “leader politico” ma dice che resta “un comico”, chiama “comitati d’affari” le coalizioni di centrodestra e centrosinistra e prevede che il Movimento Cinque Stelle, che ha registrato una forte crescita alle ultime amministrative, porterà in Parlamento alle prossime elezioni 40-50 “sentinelle del popolo italiano”.
In un’intervista a Reuters, Grillo ha anche detto che non intende candidarsi alle primarie del centrosinistra e che il leader della Lega Umberto Bossi “era una persona straordinaria all’inizio”, ma ha poi tradito il messaggio del Carroccio.
“No, assolutamente no”, risponde Grillo alla domanda se si consideri un leader politico, visto anche il suo impegno in campagna elettorale, con un tour tra diverse città, per sostenere le liste dei cosiddetti “grillini” che, soprattutto in Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, hanno raccolto percentuali che vanno dal 5% al 10% circa, spesso superando il cosiddetto Terzo Polo.
“Io ho prestato la mia faccia per dare un po’ di visibilità, altrimenti non ce n’era, né da parte dei sondaggi né delle televisioni né dei giornali”, ha detto l’attore e polemista genovese, 62 anni, in una intervista telefonica con Reuters.
“Ho usato la mia popolarità, questo è. Il movimento ha un’anima sua, le liste si formano autonomamente…Condividiamo un programma e poi stiamo cercando la nostra identità politica, è un movimento che ha un anno, di un anno e mezzo”.
Ma Grillo risponde “assolutamente sì” quando gli si chiede se pensa che il suo movimento debba presentarsi alle prossime elezioni politiche: “Per me ci metteremo dalle 40 alle 50 persone… Questo movimento entrerà con 50 cittadini in Parlamento… significa che entrano 50 sentinelle del popolo italiano, 50 punti di un network”.

“LIBERI DI PORTARE I CRISANTEMI SULLA TOMBA DELL’UNO O DELL’ALTRO”
Grillo è a Barcellona, in Spagna, dove stasera terrà uno spettacolo, prima di volare domani a Londra per un’altra tappa della sua tournée.
In questi giorni la Spagna è scossa dalla protesta di migliaia di giovani – chiamati in piazza dal movimento “Democracia Real Ya” – che chiedono lavoro e criticano la corruzione dei partiti, e considerano i socialisti e i popolari “la misma mierda”. Grillo paragona le manifestazioni spagnole ai due V-day organizzati dai grillini nel 2007 e nel 2008 con migliaia di partecipanti, grazie al blog beppegrillo.it, da anni nelle classifiche internazionali dei “diari web” più seguiti .
Nei giorni scorsi Grillo ha respinto gli appelli al voto per il ballottaggio, a fine maggio, soprattutto da parte del centrosinistra, ma anche del centrodestra: ” Vogliono la trattativa, sono rimasti all’ ‘o di qua o di là’… fanno finta di non capire cosa sta succedendo… è la fine dei partiti della partitocrazia, è l’inizio di una visione nuova, sia del’economia, sia della politica, sia delle classi dirigenti”.
Il Movimento Cinque Stelle, dunque, preferisce lasciare agli elettori libertà di voto per quelli che Grillo chiama “i poveri defunti”: “Lasciamo la libera scelta di votare chiunque, di portare i crisantemi sulla tomba di uno o di un altro, ma questa è una scelta personale”.

PRIMARIE “SUPERCAZZOLE” E PARTITI “COMITATI D’AFFARI”
L’attore, che nei giorni scorsi era in Francia con il suo “Grillo is back”, dice che non ha alcuna intenzione di candidarsi alle primarie per il candidato premier del centrosinistra, al contrario di quel che fece nel 2009, quando voleva presentarsi al voto per il nuovo leader del Pd dopo le dimissioni di Walter Veltroni, ma fu bocciato dal comitato dei garanti del partito.
“Quella era una provocazione, volevo ragionare sui programmi coi giovani del Pd”, mentre le primarie, chieste di nuovo ieri anche dal leader di Sinistra e libertà Nichi Vendola “sono supercazzole… Le primarie le fanno i cittadini, non i partiti. I partiti sono dentro una coalizione che condividono la Tav, la legge elettorale, il conflitto d’interessi, anche il nucleare… la sinistra parlava di nucleare di quarta generazione… (l’ex premier Massimo ) D’Alema ne parlava, (il segretario del Pd Pier Luigi) Bersani l’ho sentito io parlare dell’acqua tenuta pubblica ma data in gestione ad aziende come Veolia…”.
L’attore contesta al Pd e al centrosinistra anche di aver fatto sfumare, per una serie di assenze di deputati al momento del voto, l’accorpamento tra le elezioni amministrative e referendum su nucleare, acqua pubblica e legittimo impedimento, per i quali invita a votare “sì”.
Grillo usa un termine dal sapore marxista per definire Pd e Pdl le loro coalizioni: “comitati d’affari”
“Non capisco quale sia questa enorme differenza tra questi due comitati d’affari. Uno vuole la sicurezza l’altro vuole gli immigrati, ma nei contenuti veri, sulla cementificazione, sull’Expo, sui milioni di metri cubi, su infrastrutture, su tangenziali… sono perfettamente d’accordo”.

BOSSI? “STRAORDINARIO ALL’INIZIO”. STRAUSS-KAHN? IN ITALIA LO AVREBBERO VOTATO
Quando gli si chiede se ha stima politica per qualcuno in Italia, l’attore genovese – che debuttò in tv alla fine degli anni 70 ma che manca dal piccolo schermo dal 1993 – risponde: “Se è dentro un partito, no… Ci sono i buoni, ci sono i meno buoni, ma quando rientrano in coalizioni, basta, non mi interessano più, devono fare dei compromessi…”.
“(il leader leghista e ministro Umberto) Bossi era una persona straordinaria all’inizio,.. ha tradito in modo enorme il messaggio della Lega all’inizio… appena ha visto i soldi, le fondazioni, le banche… si è fatto aiutare dal Nano”.
Il “Nano” è il modo in cui Grillo chiama abitualmente il premer Silvio Berlusconi, di cui dice: “Per me è già il passato”.
Ma Grillo, da comico, ne ha anche per Dominique Strauss-Kahn, che si è dimesso oggi dal Fondo monetario internazionale dopo essere stato arrestato per stupro a New York.
“Dominique (Strauss-Kahn) è stato un po’ in Italia poi è andato in America… se quella cosa lì Strauss-Kahn l’avesse fatta al (hotel) Gallia di Milano invece di 70 anni di galera prendeva 700mila voti in più”.
Il programma del Movimento Cinque Stelle ha una forte componente ambientalista, con idee come “cemento zero” e “rifiuti zero”, e in passato lo stesso Grillo è stato vicino ai Verdi, che in questi giorni lo hanno anche invitato a unirsi alla Costituente che tra sabato e domenica vedrà la nascita di un nuovo soggetto politico ecologista.
“L’ambiente è una componente del nostro programma importantissima, che non può essere suddivisa dall’economia. Non è la battaglia contro l’inceneritore sì o no, è la battaglia a un tipo di economia che si risolve con l’incenerire”, dice Grillo, che però nicchia su possibili accordi.
” Il futuro è da immaginarselo, dobbiamo ancora evolvere in un’identità, come facciamo a fare degli accordi quando non sappiamo ancora esattamente chi siamo… Dobbiamo avere una nostra anima politica, capire come parlare di politica e in politica, siamo cittadini, neanche io sono abituato, non è il mio compito, io continuo a fare le tournée e il comico”.

(Massimiliano Di Giorgio)

3 pensieri riguardo “La carica dei grillini al Parlamento?

  1. Ho visto in giro i manifesti della costituente, con tanti bei loghi in cima. Quelli, professionalmente parlando, li ho invidiati. Come sai, non sono addentro le cose della famiglia ambientalista. Però mi sembra perfettamente in linea con l’evolvere di una certa sinistra, che piazza Vendola al posto di Bertinotti, l’offrire a Grillo di partecipare al luogo del delitto che fu di Pecoraro Scanio.

  2. Massimiliano Di Giorgio 23 Maggio 2011 — 14:49

    Credo che quella a Grillo non sia proprio una profferta come quella a Vendola. Penso sia un tentativo di dialogo, anche perché un tot di cose che dice Grillo possono essere condivisibili, e perché un elettorato potenzialmente verde ha votato per il Movimento 5 Stelle.
    Ma non credo che a Grillo interessi manco un po’, dialogare, se può ottenere consensi senza dover fare compromessi.

  3. Boh, mon vieux, credo che il fine ultimo di Grillo sia fare la star e vendere i dvd dei suoi spettacoli in quelle oceaniche assemblee che tanto mi ricordano quelle dei pastori evangelici nel Midwest americano: stesso messianesimo, stesso millenarismo, stessa furia – lì divina, qui della «democrazia diretta» – distruttrice. E stesso supermercato della (buona) fede, stesso sciroppo-che-cura-ogni-male, stesso affidarsi ciecamente al carisma.

    Confesso di essermi poco interessato ai «contenuti a cinque stelle», fermandomi alla battaglia murdoch-berlusconiana di azzeramento degli impropriamente definiti contributi pubblici all’editoria. Perché sono del mestiere, certo, ma anche perché condivido fino a un certo punto l’idea che il mercato si regoli da sé: chi oggi sfida il benessere collettivo è sì un’amministrazione pubblica corrotta, corruttrice e inefficiente ma il suo avversario vero – l’unico che ha il potere di sconfiggerla – è l’insieme delle grandi corporation. Come i gruppi globali dell’informazione-intrattenimento, nel caso dell’editoria, o come la BP e le altre sorelle nel caso delle nuove vie estrattive di idrocarburi e successivi disastri ambientali.

    Insomma, posto che me ne impippo se Grillo faccia il gioco di Bersani o Berlusconi, della destra o della sinistra, l’impressione è che nell’insieme delle urla che vanno a comporre l’anima «a cinque stelle» ci sia ben più di qualcosa che in realtà ci farebbe perdere libertà e opportunità.

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