Che ci frega dei tassisti

Sono un utilizzatore, moderato, di taxi.
Lo uso talvolta per lavoro, e in questo caso me lo rimborsa l’azienda; lo usiamo in famiglia per andare all’aeroporto e, molto molto raramente, in città, più all’estero che in Italia.  E chiamo,  quando possibile, a una coop di tassisti romani – Samarcanda – affidabili e gentili.
La crociata contro i tassisti non mi appassiona, manco un po’, però, perché la considero una specie di specchietto per le allodole, anche se non mi piacciono le prove di forza che ci impongono in queste settimane conducenti di taxi e Tir. Mi ricordano sempre il Cile pre-Pinochet.
Mi interesserebbe molto, ma molto di più, discutere di un altro trasporto pubblico possibile e nettamente più popolare, nel senso che conta milioni di utenti e ne conterebbe anche di più, se qualcuno se ne occupasse non solo per tagliarne i bilanci.
Perché le paginate e i servizi tv e radio – e anche gli sbotti su Facebook e Twitter –  sui tassisti coprono fondamentalmente un tema molto più importante, quello del trasporto pubblico, cittadino e ferroviario, che versa sempre in condizioni drammatiche. E che al massimo finisce nelle trasmissioni di approfondimento o nei trafiletti.
Il governo attuale è riuscito a recuperare almeno una parte dei fondi che quello precedente aveva tagliato, ma in vista non c’è altro. Perché i soldi non ci sono e l’aumento delle accise sui carburanti serve di solito a coprire i buchi urgenti, non a favorire investimenti (in teoria dovrebbe finanziare il tpl, ma nei prossimi anni.
E dell’obiettivo civile di aumentare il trasporto delle merci sulle ferrovie, togliendo un bel po’ di Tir dalla strada, non parla praticamente nessuno.
Stiamo tutti a strepitare sul costo della benzina e su quanto sono stronzi i tassisti. E i camionisti.

La benzina costerà sempre di più, non di meno. Anche aumentando le liberalizzazioni (che comunque neanche stavolta portano a vendere i carburanti nei supermercati, per dire) il prezzo salirà perché le quantità di petrolio si riducono e i prezzi oscilllano sempre più al rialzo, anche per le tensioni internazionali.
E le accise sulla benzina, contro cui molti protestano, dovrebbero essere mantenute e aumentate, anche, per finanziare il trasporto pubblico e abbattere l’inquinamento.
[Certo, si può anche stare a protestare su Tobin Tax, patrimoniale, evasori fiscali, etc, è una costante, è facile e fai sempre bella figura, ma qui preferiamo discutere sul piano della realtà]

Queste cose qui, che sono di banalissimo buon senso, si potrebbero dire senza fatica alla platea dei cittadini/contribuenti/elettori, che non sono né minori né minorati. Ma per farlo bisognerebbe uscire dalla logica produttivista a oltranza – e dal ricatto delle lobby – che invece  marca gran parte di governanti e schieramenti politici. E che vuole per esempio, che si continui a parlare della Tav in Val di Susa anche se non ci sono i soldi per farla e, soprattutto, non sembra servire a trasportare più merci.

Invece no, ci tocca – e ce lo meritiamo – starci ad accapigliare sui e coi tassisti.

Ma sti cazzi.

Categorie idee a gratis, poplitics

Un pensiero riguardo “Che ci frega dei tassisti

  1. Ben detto ragazzo, ben detto.

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