Per quelli che non hanno capito che succede in tema Ogm, un rapido tentativo di spiega, dopo che ho scritto questa cosa qui.
La scorsa settimana il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha parlato di “un’apertura” dell’Italia sulla proposta di mediazione della Danimarca (che ha la presidenza semestrale Ue fino a giugno) sulla questione degli Organismi geneticamente modificati, e apriti cielo.
In realtà Clini non voleva dire che il governo italiano è favorevole alla coltivazione degli Ogm, ma che è invece d’accordo che a decidere sul tema siano in autonomia i vari paesi, e non la Ue centralmente. Ma siccome lo stesso ministro ha già detto di essere favorevole agli Ogm, pur con una serie di se e ma, la cosa ha subito provocato allarme.
E infatti questa mattina Clini ha ribadito il concetto, in un’intervista al Corriere della Sera (o della Serra, visto il tema), dicendo, in sostanza, che bisognerebbe usare gli Ogm, anche in agricoltura, anche se magari non a scopo alimentare, e spiegando che una serie di cibi-simbolo del made in Italy devono ringraziare l’ingegneria genetica.
Clini è stato subito bacchettato dal ministro delle Politiche agricole Mario Catania, che ha spiegato: ho detto io a Clini che bisogna sostenere la proposta danese sulla riforma degli Ogm, ma oggi al Corsera comunque ha detto una scemenza, e se ne assune lui la resposabilità, il governo non c’entra.
Nel pomeriggio poi Clini ha emesso una nota in cui chiarisce che gli Ogm non si mangiano, d’accordo, ma che bisogna fare ricerca.
Nel frattempo, a livello europeo è ancora tutto fermo. Un certo numero di paesi vorrebbero autorizzare gli Ogm per la coltivazione (i prodotti Ogm vengono commercializzati invece senza problemi), ma i grossi paesi agricoli sono contrari a cambiare le regole Ue. O meglio, erano contrari. Ora, col centrodestra in Spagna e il governo tecnico in Italia, le cose sono un po’ cambiate.
Quindi Catania – spiegando che la Commissione europea minaccia di apporvare una sfilza di richieste di autorizzazioni Ogm giunte a Bruxelles dopo la fine della Ogmoratoria – chiede in sostanza quel che ha chiesto il Parlamento europeo a maggioranza l’anno scorso (peraltro, ci dicono, Catania è vicino all’ex ministro Paolo De Castro, oggi presidente della Commissione ambiente dell’Europarlamento). Oltre a invocare “ragioni di sanità pubblica o di protezione dell’ambiente”, gli Stati che non vogliono Ogm dovrebbero poter opporre considerazioni socio- economiche e ambientali.
Insomma: l’Italia, il paese dei prodotti doc e del biologico, direbbe no agli Ogm perché comunque la sua agricoltura di qualità non ne ha bisogno.
Tra chi contesta la proposta della Commissione ci sono sostanzialmente due posizioni diverse (e non per forza incompatibili). C’è chi dice che la Ue così contraddice il principio del mercato unico che si sforza di creare in tutti gli altri settori. E c’è chi ricorda che così, che l’Unione europea non sarebbe più, come dire, un marchio No-Ogm per definizione.
Finora, in tutti questi anni, la Ue ha approvato solo due colture Ogm: un mais, Monsanto 810, e una patata, Amflora. I sondaggi dicono che la maggioranza degli europei sono contrari agli Ogm. Quindi, tutto sommato, non si capisce bene perché tanto attivismo della Commissione Barroso
Comunque, della questione si dovrebbe parlare, se va bene, a giugno, cioè dopo le elezioni francesi (la Francia è contraria agli Ogm e alla proposta europea) e quando la presidenza starà per andare a Cipro.