Italo lavora a Equitalia, è un impiegato come tanti, ha un contratto a tempo determinato a cui è giunta dopo tanti anni di precariato, continuando a vivere a casa dei genitori.
I suoi superiori non l’hanno in simpatia, e lo trattano male, ma a lui il lavoro serve, anche se odia l’idea di dover sfruttare povera gente indebitata, come la dolente umanità che passa ogni giorno davanti al suo sportello. A infastidirlo è soprattutto un trio, Perugia, Levi e Montalcini.
Levi, in particolare: è gay e arrogante, e riserva le sua attenzioni a un collega di Italo, il bel nigeriano Jussuf, che grazie al suo aiuto avrà una promozione.
Un giorno Italo assiste al suicidio, nell’atrio dell’ufficio, di una vecchietta che abitava vicino a casa sua: oppressa dai debiti e vessata da Equitalia, si dà fuoco con una bottiglietta di benzina.
Italo è sotto choc, torna a casa dai suoi, resta per una settimana nella sua stanza a piangere. Poi un soglio lo ridestà: la vecchietta, Benita, gli chiede di combattere per la sua dignità e quella delle altre vittime. Italo si alza, va in bagno, si taglia i capelli a zero e giura: mai più!