Oggi pomeriggio abbiamo portato i bambini a vedere “Pirates!” (cioe’ Pirati! Briganti da strapazzo), come avevamo promesso da prima che uscisse, ed e’ stata una bella scoperta. Non tanto e non solo per i pargoli, che hanno comunque apprezzato – anche se confesso che un paio di passaggi erano duri, in francese, e che c’erano diversi giochi di parole – ma perche’ si tratta del primo film d’animazione steam punk che abbia mai visto, considerato poi che si tratta di una produzione Columbia con lancio in grande stile, non di una pellicola per un pubblico selezionato.
[steam punk e’ un sottogenere della fantascienza, piu’ o meno, che mescola epoche storiche, personaggi storici e fittizi, tecnologia e passato, etc, che ha preso piede tra gli anni 80 e 90 e che ha un suo caposaldo in autori come Paul Di Filippo, per esempio]
Non vi svelo la trama, ma la comparsa a un certo punto del giovane Charles Darwin nella storia era il segnale che aspettavo: che appunto non si trattasse di un film d’animazione mainstream, anche se e’ noto che le storie di pirati sono sempre molto popolari. A mettermi la pulce nell’orecchio era stato gia’ il nome di Gideon Defoe come autore della storia da cuie’ stato tratto il film e anche della sceneggiatura.
Mi ricordavo di lui (non solo per il cognome, del piu’ noto autore di Robinson Crusoe…) ma non sapevo perche’, e arrivato a casa ho poi controllato: trattasi dell’autore di una serie comico-steampunk che si chiama appunto Pirates, e ancora mi mordo le mani all’idea di non aver comprato “The Pirates! In an Adventure with Communists” quando lo trovai in una libreria in Bretagna.
Be’, le referenze steam punk del film non mancano, e come tutti i film d’animazione anche Pirates! ha un secondo livello per gli adulti, dunque non ci si annoia di certo. Infine da segnalare la colonna sonora, che comprende, solo per fare un esempio, “London Calling” (e non per caso). Enjoy.
Molte grazie. Detesto i cartoni ma per un po’ di steampunk si può fare.
In effetti, se non fosse stato per i figli, non credo che ci sarei andato, perché il manifesto era un po’ scialbo (potenza della grafica…). Invece io li ho sempre amati, i cartoni.