Perché dovremmo ringraziare Beppe Grillo

Nessuno sa ancora veramente quanti voti prenderà il Movimento Cinque Stelle e quanti parlamentari riuscirà a far eleggere. Credo comunque che per gli elettori che si definiscono variamente di sinistra (categoria a cui mi iscrivo qui per semplificare le cose, ma io continuo a considerarmi di sinestra) o anche liberali e in ogni caso democratici, la presenza del M5S, almeno nella prossima legislatura, sia un fatto positivo. Come quella di una, ancora ipotetica, Lista Monti.

Il merito principale di Grillo è quello che giustamente si è attribuito lui stesso alcuni giorni fa: impedire che in Parlamento entri l’estrema destra xenofoba. O meglio, limitare la presenza degli xenofobi, che ci sono già con la Lega Nord e con pezzi del Pdl (o quel che sarà).
(Ma anche l’agenda Grillo mi sembra comunque interessante, almeno come ispirazione).

Questo aspetto mi pare di gran lunga più importante della pretesa anti-politica del M5S, che è invece un movimento politico tout court, anche se pescherà nel voto di protesta.
Il populismo di Grillo, che vuole un referendum sull’euro (considero sbagliata l’idea di uscire dalla moneta unica ma legittimo comunque il discuterne), è incomparibilmente meglio della demagogia anti-Ue di Silvio Berlusconi e dei suoi alleati xenofobi.

I prossimi cinque anni possono essere un’occasione per un’Italia diversa. Le condizioni ci sono, grazie anche al fatto, appunto, che il M5S drenerà voti che sarebbero andati persi o a destra, e grazie, se funzionerà, al catalizzatore di Monti, quale che sia, di un centrodestra democratico e rispettabile (speriamo non parruccone).

Per ottenere riforme da paese civile, quelle dei diritti civili appunto (a partire dalla cittadinanza di diritto a chi è nato in Italia e dal riconoscimento delle unioni di fatto e dalla legge sulla tortura), serviranno maggioranze trasversali e non scontate. E anche in questo caso, meglio che ci siano grillini e montiani.