Un Battisti (Cesare) d’annata: 1999

Nel luglio del 1999 incontrai per la prima volta a Parigi Cesare Battisti, conosciuto attraverso Valerio Evangelist. Gli feci un’intervista per “il manifesto”, che eprò non uscì mai, in occasione dell’edizione italiana del suo libro “L’Orma rossa”, pubblicato da Einaudi.

Ne ho già parlato altre volte, di Battisti.  Mi ha sempre colpito la risposta che mi diede allora sugli errori della lotta armata e su chi rischiava di cascarci ancora.

D: “L’Orma rossa” esce mentre in Italia si torna a parlare di terrorismo, dopo l’omicidio di Massimo D’Antona – uomo di sinistra, che lavorava con un ministro di sinistra – e la comparsa delle cosiddette “nuove Br”. Non teme che il suo libro potrebbe provocare reazioni negative?

R: Non lo so. Piuttosto, sono preoccupato per quello che sta accadendo, dall’Italia mi giungono brutti segnali. C’e’ gente – soprattutto i giovanissimi – che pensa che ormai contro il potere non c’è altra risposta che la violenza. Sbagliano. Non devono cadere nel nostro stesso errore. E’ importante che continuino a fare politica in una dimensione pubblica, la violenza e’ un arma che avvantaggia solo il potere. Noi l’abbiamo capito troppo tardi. Ed è importante che si giunga subito a una decisione sull’indulto, per chiudere il definitivamente il capitolo della lotta armata. E’ un atto che puo’ contribuire a disinnescare il rischio di una nuova tragedia.

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