13:42 07Feb13 RTRS-SCHEDA-Voto, ambiente sparito da campagna elettorale dei leader
* Per la seconda volta dopo il 2008 alle elezioni manca un partito verde
* Ecobarometro: ambiente seconda preoccupazione italiani dopo il lavoro
* Malgrado ciò, nei programmi delle coalizioni sono pochi gli impegni verdi
di Massimiliano Di Giorgio
Tra Imu, fisco, Monte dei Paschi di Siena, ipotesi di alleanze e lotta alla cosiddetta “casta”, nella campagna elettorale italiana per il voto del 24-25 febbraio sembra esserci poco spazio per altri temi e l’ambiente, soprattutto, pare scomparso dall’agenda e dai discorsi dei leader.
Nell’ultimo mese, stando a lanci di agenzie, articoli di giornale e interviste a radio e tv, sono state rarissime le occasioni in cui i capi delle coalizioni – Pier Luigi Bersani, Silvio Berlusconi e Mario Monti, che insieme potrebbero raccogliere tre quarti dei voti, secondo i sondaggi – hanno parlato di ambiente o “green economy”. Ma più o meno lo stesso vale per i leader di altre liste, compreso Beppe Grillo, il cui Movimento 5 Stelle potrebbe diventare la seconda o terza forza in Parlamento.
Peraltro, è la seconda volta, dopo il 2008, che sulla scheda elettorale mancherà un simbolo chiaramente ecologista, mentre alcuni ambientalisti sono candidati in modo sparso in diverse liste, dal centrodestra alla sinistra.
PREOCCUPAZIONI “VERDI”
Eppure le questioni ambientali restano tra le principali preoccupazioni degli italiani. Nell’Ecobarometro 2013, realizzato nei giorni scorsi da Lorien Consulting per Legambiente, se il 97,9% degli intervistati indica il lavoro come primo problema, l’ambiente è segnalato al secondo posto, dal 48,2% del campione.
In un altro sondaggio, di Ispo, diffuso nel dicembre scorso, il 91% degli italiani chiede di investire sulla green economy. Anche se il mese prima, una rilevazione di Swg segnalava che il 61% delle imprese italiane interpellate non produce servizi o prodotti ecocompatibili.
Nell’Eurobarometro dell’Unione europea diffuso nel settembre 2012, poi, la percentuale di italiani che chiedevano di applicare controlli anti-inquinamento più severi sulle attività industriali ed energetiche e sulle emissioni di auto e camion è superiore a quella comunitaria.
Non è un caso dunque che qualche giorno fa, a Roma, gli attivisti di Greenpeace abbiano distribuito 100.000 copie di una falsa edizione del freepress Metro con titoli come “Bersani lancia la svolta verde” o “L’Italia non è il Texas, parola di Monti”, dove si scrive che il premier uscente ha deciso di rinunciare al programma di trivellazioni petrolifere promosso dal suo governo.
All’ultima pagina, però, l’associazione ecopacifista ammette che “le notizie di questo giornale, ad oggi, sono solo dei bei sogni”, e chiede di non votare i candidati che non si impegnano a cambiare “strategia energetica”.
TEMI FUORI DAL DIBATTITO
Restano invece sullo sfondo, nel dibattito elettorale, i problemi legati alla qualità dell’ambiente, come l’inquinamento atmosferico. Secondo i dati dell’istituto per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), nel 2010 l’inquinamento da polveri sottili e altre sostanze pericolose – che per l’Oms fanno almeno 8.000 morti l’anno in Italia – ha superato i limiti di legge nella maggior parte delle città italiane.
Sempre secondo l’Ispra, negli ultimi anni il consumo di suolo in Italia è cresciuto ad una media di 8 metri quadrati al secondo, non solo riducendo la quantità di verde e la produzione agricola, ma anche aumentando il rischio di dissesto idrogeologico.
Anche la questione dello smaltimento dei rifiuti – con città come Roma, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Gioia Tauro a rischio emergenza per l’eccesso di immondizia da smaltire e nel mirino dell’Unione europea per una serie di infrazioni sull’uso delle discariche – è relegata quasi solo alle cronache cittadine.
E l’inchiesta della magistratura per disastro ambientale all’Ilva di Taranto – che secondo una ricerca epidemiologica avrebbe prodotto per decenni morti e malati, con le sue emissioni – viene trattata come un problema di politica industriale e di occupazione, mentre la questione della salute degli abitanti della città sembra essere passata in secondo piano.
NEI PROGRAMMI DICHIARAZIONI DI PRINCIPIO
Nei programmi elettorali delle liste in lizza a fine febbraio l’ambiente c’è, ma occupa spazi e posizioni molto variabili, e quasi sempre è oggetto di dichiarazioni di principio.
Nel programma del centrodestra, per esempio, al punto 13 si parla di incentivi alle energie rinnovabili “evitando di creare rendite di posizione dannose” e a nuove tecnologie per ridurre i consumi energetici. Mentre al punto 14 si propone un “nuovo piano di riassetto idrogeologico del Paese”, si indica l’obiettivo di ridurre la produzione dei rifiuti – che in Italia nel 2010 erano in crescita, in controtendenza con la Ue, secondo dati dell’Ispra – insieme a quelli di tutelare gli animali da compagnia e di promuovere il turismo ambientale.
Nell’agenda Monti, a pagina 11, si afferma che “l’economia verde è parte integrante dell’economia” e che bisogna cambiare la gestione dei rifiuti diminuendone la produzione, in un capitoletto dedicato all’ambiente che è fatto soprattutto di dichiarazioni di intenti piuttosto generali.
Lo stesso più o meno vale per il Pd e il centrosinistra, la questione dell’ambiente rientra in due voci del programma “L’Italia Giusta”: una è quella dedicata allo “Sviluppo sostenibile”, l’altra ai “Beni comuni”, ma nessuna delle due indica obiettivi precisi.
Il Movimento Cinque Stelle dedica ampio spazio al risparmio energetico e alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, propone di incentivare i trasporti pubblici e l’uso delle biciclette, vietando invece la costruzione di parcheggi nelle città. Vietati anche gli inceneritori, mentre per le aziende che vendono acqua in bottiglia si propongono non meglio precisati disincentivi.
Se la lista Fermare il declino di Oscar Giannino si occupa soprattutto di obiettivi per favorire la crescita economica e non parla praticamente di temi verdi, Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia dedica all’ambiente un capitoletto, che indica l’obiettivo generale di cambiare “l’attuale modello di sviluppo”, attraverso lo stop al consumo del territorio e alle grandi opere, dalla Tav in Val di Susa al Ponte sullo Stretto di Messina, e con la promozione delle energie rinnovabili e del risparmio energetico.
Buongiorno,
sono Filippo De Matteis, direttore del nuovo portale di comunicazione ambientale http://www.greeno.it
Con riferimento all’argomento dei contenuti ambientali nei programmi elettorali,
vi segnalo un link alla nostra ricerca (con infografica) pubblicata su Greeno a fine gennaio.
In caso voleste pubblicarla, ne saremmo ben lieti. Vi prego, in quel caso, di darmene comunicazione via mail.
http://www.greeno.it/home/2013/01/la-comunicazione-del-tema-ambientale-nei-programmi-elettorali-di-quale-ambiente-non-si-parla/
I miei più cordiali saluti,
Filippo De Matteis