iI centrosinistra è riuscito a vincere davvero con le proprie forze solo nel 2006, quando ha battuto il centrodestra unito, seppur a fatica.
Prima e dopo, dal 1994 a oggi, o ha perso, oppure ha vinto solo perché gli altri erano divisi.
L’unica lista “radicale di sinistra” di qualque visibilità, Rivoluzione civile – che era composta in gran parte da esponenti di partiti: Prc, Pdci, Verdi oltre all’Idv – è stata anch’essa ritenuta non affidabile, neanche come megafono di protesta.
La tendenza a dare vita ad alleanze tra conservatori e destra populista e xenofoba, o comunque aggressiva, non è soltanto italiana, è europea. Ed è probabilmente il riflesso della crisi economica, della crisi della supremazia occidentale, del capitalismo (di quello che chiamiamo capitalismo) come lo conosciamo.
Immagino che qualcuno dica che con un centrosinistra veramente di sinistra la vittoria sia sicura.
Qualcun altro invocherà Renzi o chi per lui.
Qualcuno continuerà a pensare che in fondo gli elettori sbagliano e che non c’è comunque altra strada per la sinistra vera che l’opposizione.
Personalmente, credo che si possano mettere insieme soluzioni alternative non omologabili secondo lo schema destra/sinistra – che oggi peraltro sono comunque accomunate dalla logica della crescita come unica risposta alla crisi – e rivolgersi a tutti gli elettori (il cui appeal per i moderati sembra una pia illusione: dove erano i moderati in queste elezioni? Forse nel centrosinistra).
Ma non è detto che questa operazione copernicana riesca, perché nel frattempo rischia di essere più credibile Grillo.