Il Barca-bignami (articoletto per Reuters, intanto)

Ministro Barca vuole nuovo partito di sinistra, richiama Berlinguer

ROMA, 12 aprile (Reuters) – Il ministro della Coesione sociale Fabrizio Barca, che proprio ieri ha preso la tessera del Pd, ha diffuso oggi online un documento con cui propone ai democratici e a Sel di dare vita a un “partito nuovo” di sinistra, ispirato anche alla “austerità” predicata dallo scomparso leader del Pci Enrico Berlinguer, per portare il “buon governo” in Italia.
    Barca, che viene indicato da alcuni come possibile candidato alla guida del Pd dopo Pier Luigi Bersani in alternativa al sindaco di Firenze Matteo Renzi, ha finora smentito di puntare al vertice.
    Il documento pubblicato oggi disegna “un partito di sinistra saldamente radicato nel territorio che, essendo animato dalla partecipazione e dal volontariato di chi ha altrove il proprio lavoro e traendo da ciò la propria legittimazione e dagli iscritti parte rilevante del proprio finanziamento torni, come nei partiti di massa del passato, a essere non solo strumento di selezione dei componenti degli organi costituzionali dello Stato, ma anche ‘sfidante dello Stato stesso’ attraverso l’elaborazione e la rivendicazione di soluzioni per l’azione pubblica”.
    Per il ministro 59enne, figlio di uno scomparso dirigente comunista, la “crisi socio-economica e prima ancora culturale” italiana è alimentata dall’intreccio tra “una macchina dello Stato arcaica e autoreferenziale” e “partiti Stato-centrici” che produce uno storico “cattivo governo”.
    Per superare la situazione, dice Barca bisogna dunque cambiare i partiti, separandoli dallo Stato, modificandone il finanziamento, favorendo il ricambio dei dirigenti e formando il personale politico.
    L’unico politico citato esplicitamente nel documento di Barca – che considera superata la socialdemocrazia e si oppone al liberismo, sostenendo una sorta di terza via, lo “sperimentalismo democratico” – è Berlinguer, l’amato segretario del Pci morto nel 1984.
    Di Berlinguer, in una fase di crisi forte della zona e dell’Italia il ministro – che si dice contrario anche alla decisione di inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione – richiama l’austerità, “come occasione per uno sviluppo economico e sociale nuovo, per un rigoroso risanamento dello Stato, per una profonda trasformazione dell’assetto della società, per la difesa ed espansione della democrazia”.
    (Massimiliano Di Giorgio)

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