È più di un mese che non scrivo nulla qui. Sono stato occupato altrove. Però ho continuato ad ascoltare nuova musica, e avevo voglia di parlarne qui per i miei 25 lettori. Questa volta ci sono un sacco di segnalazioni di gruppi ultradecennali, ma anche qualche nuova leva.
Comincio dai Soulwax: da quando il duo belga ha iniziato a somigliare in maniera così forte ai Chemical Brothers? Il disco nuovo si intitola From Deewee, e ha un suono piuttosto sintetico, con una robusta presenza della batteria. Li ho ascoltati a momenti, durante gli anni, e probabilmente il loro album che conosco meglio è Any Minute Now, del 2004, che suonava nettamente più rock. L’impressione qui invece è davvero quella di sentire qualcosa di vicino ai Chemical Bros (band a cui resto affezionato) dell’ultimo decennio. Il risultato è piacevole. Il pezzo che preferisco probabilmente è Trespassers.
Sono un vecchio fan di Jamiroquai, fin dal primo 45 giri (anzi, un mini cd), nel 1992, che ogni tanto ascolto per nostalgia. Erano sette anni che non usciva un nuovo disco di Jason Kay e soci, e quest’album, Automaton, è bello. Il suono è facilissimamente riconoscibile (con melodie che mi ricordano soprattutto il secondo disco, The Return of The Space Cowboy) ma insieme c’è qualche differenza, cioè il peso crescente, ma non invadente, dell’elettronica. Jamiroquai è riuscito a costruire uno stile che amalgama black music anni 70, dance disco, suoni degli anni 80, che funziona ancora oggi.
Ancora, per i veterani. Non mi ha emozionato Spirit, dei Depeche Mode, gruppo che apprezzo, almeno per i classici tra 80 e 90. Nell’album ho trovato pochi spunti orecchiabili o soluzioni musicali originali, e testi un po’ retorici. Invece, mi pare un bel ritorno quello di The Jesus and Mary Chain, con un album intitolato Damage and Joy. Scordatevi il rumore degli anni 80 (quello di pezzi come Never Understand, per capirci, che sembrava un mix di surf e industrial). No, il suono è quello della seconda fase dei fratelli Reid, alternative rock più melodico, che in fondo era già anticipato dalla canzone Just Like Honey. Il mio pezzo preferito è Always Sad.
Non conoscevo i Rolling Blackouts Coastal Fever, che ho scoperto con l’album The French Press, un mini lp di soli sei pezzi. E’ indie rock, con un suono potente che ogni tanto pare arrivare dal passato (armonie non sconosciute, insomma). Il mio pezzo preferito: Sick Bug.
Da qualche settimana su Netflix è tornato The Get Down, serie originale sulla nascita dell’Hip Hop a New York. La seconda stagione è all’altezza della prima ed è anche cambiata, con l’uso massiccio di cartoons originali. La colonna sonora è sempre interessante, ma il secondo album (che contiene praticamente tutti pezzi originali) secondo me non è all’altezza del primo.
Che altro c’è? Sto ascoltando Damn., il nuovo album di Kendrick Lamar, di cui ho letto almeno una recensione entusiasta. Mi sta mettendo alla prova, perché il suo punto forte sono i testi. Intanto, mi sto appassionando a Loyalty, forse il pezzo più facile, in cui compare anche Rihanna. Interessante anche Rap Album Two di Jonwayne. E sempre per i veterani, sono usciti Hits and Pieces di Marc Almond, praticamente il The best of, e un’edizione rimasterizzata per il ventennale di Either Or di Elliott Smith.