Nei giorni scorsi, al referendum online tra gli iscritti ai Verdi sulla scelta di avviare un confronto elettorale col centrosinistra, vale a dire fare un’alleanza con il Pd, ho risposto sì, come il 70% di coloro che hanno partecipato.
Ci sono mille e uno motivi per contestare questa scelta. Personalmente, aggiungerei anche questioni non ambientali, come la politica dei bonus e la precarizzazione di fatto del lavoro. Ma ci sono alcune, secondo me fondate, ragioni, per sostenerla.
La prima ragione: il sistema elettorale. Questo è un sistema che sostiene le coalizioni e prevede un terzo dei seggi assegnati nei collegi uninominali. Andare da soli alle elezioni significa dover ottenere almeno il 3%, per avere un seggio, e probabilmente anche di più. I Verdi non sono in grado di raggiungere quel traguardo, e dunque non avrebbero neanche un eletto neanche questa volta, dopo che sono fuori dal Parlamento dal 2008.
La seconda ragione: Non ci sono coalizioni migliori. Il M5s non vuole alleati ed è un movimento di massa antiliberista ma anche revanscista, contrario allo ius soli, indifferente all’antifascismo, spesso confuso sui singoli temi (anche quelli ambientali).
Il centrodestra lo conosciamo già: la differenza è che oggi è più sbilanciato a destra.
Liberi e Uguali è un’alleanza dominata da ex Pd che hanno votato quasi tutte le cose che non piacciono a chi critica la scelta di allearsi col Pd.
Chi fa politica deve trovare una soluzione praticabile. Dunque, in questo caso, la soluzione trovata è quella di cercare di eleggere in Parlamento dei rappresentanti che contribuiscano, anche in pochi, a far pesare di più le questioni ambientali nell’agenda politica e a far ripartire i Verdi.
Naturalmente i margini di rischio sono tantissimi. Il Paese è diviso e il sistema elettorale non aiuterà probabilmente a trovare una maggioranza omogenea. Matteo Renzi è un leader bruciato, Silvio Berlusconi ha un grande futuro dietro le spalle, Luigi Di Maio sembra un pretenzioso figurante, Piero Grasso non convince.
Diversi prevedono una lunga tregua post-voto in cui a Palazzo Chigi resti Paolo Gentiloni, il cui governo ha avuto comunque qualche pregio.
I Verdi, che in altri paesi europei sono forti o comunque attestati in Italia sono in condizioni disastrose, e andare magari alle elezioni con una lista “ulivista”, insieme ad altri, invece che con un simbolo ecologista (il Sole italiano o il Girasole europeo), potrebbe contribuire al declino.
E anche se andasse bene, ci sarebbe il rischio di una legislatura che dura poco, rendendo inutili gli sforzi.
Quella con il Pd non è l’alleanza migliore, è l’unica realmente praticabile. Si può anche dire: non presentate la lista. Certo. Ma non è che cambierebbe il quadro generale, che non è dei migliori.
Al contrario, dato che diverse persone decideranno anche obtorto collo di sostenere il centrosinistra perché non vogliono che vinca il centrodestra o il M5s, la presenza chiara dei Verdi, e anche dei radicali, potrebbe dare loro un motivo in più per votare.
che dire… la prima motivazione, il sistema elettorale, potevate entrare in coalizione con la sinistra, ma non si può, la fai rientrare nella seconda motivazione, un’alleanza dominata da ex PD, eterogenea e senza anima, composta da gente che ha votato cose che non piacciono a chi critica il PD. motivazione molto debole e basta su ragionamenti in negativo. non credo sia così e non capisco come si possa affermarlo con così tanta sicurezza, se erano così meschini potevano restarsene nella pancia del partito, anche se non eletti un posticino glielo trovavano.
insomma invece di combattere la vostra battaglia con furore, contro chi sarà probabilmente un alleato della destra nelle battaglie per una crescita economica distorta e distruttiva dell’ambiente, scegliete un’arruffata coalizione di “centro sinistra” e fate da stampella alla narrazione renziana, a che scopo? poi non vi lamentate se guarda caso i verdi in italia non vanno da nessuna parte