Il fronte anti-sovranista alle Europee è una pessima idea

 

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L’idea che circola da qualche tempo in Italia di mettere in piedi un “Fronte Repubblicano” con dentro Pd, centristi, liberali, socialisti, radicali, ambientalisti e varia umanità, per sbarrare la strada al fronte sovranista-populista, magari organizzando una “lista unica” alle elezioni europee di maggio, mi pare, onestamente, una pessima idea. Che forse sopravvaluta anche il peso effettivo che avranno certi partiti di estrema destra in Europa. E di sicuro sottovaluta differenze politiche importanti.

Prima di tutto, c’è una questione molto tecnica, e cioè il fatto che alle europee il sistema di voto è proporzionale. Il proporzionale normalmente premia (in Italia) le singole liste, non gli assemblaggi. Capisco che si intenda fare numero, ma il punto è che poi al Parlamento Europeo occorre togliere ai sovranisti (e ai popolari-conservatori) più seggi possibile. Quindi l’opzione migliore è sempre quella di marciare divisi per colpire uniti.

Ovviamente la questione ha due aspetti intrecciati, uno italiano e uno europeo. Da un lato c’è un tentativo di rivalsa alle urne rispetto al governo gialloverde (di come e perché si è arrivati al governo Conte non parlo qui, ma non è un aspetto indifferente), dall’altro quello di arginare l’ondata sovranista nella Ue, in una fase in cui oltrettutto i popolari europei appaiono spaccati dalla vicenda dell’Ungheria di Viktor Orban (il cui partito estremista Fidesz è membro del Ppe).

Quando Marine Le Pen e Matteo Salvini giorni fa dicevano che bisogna impedire che il solito asse socialisti-popolari dominasse anche la prossima legislatura dell’Europarlamento, non si trattava di un giudizio assurdo. I problemi oggi dipendono anche da quella alleanza per spartirsi i posti di potere a Bruxelles, oltre che dall’ideologia liberista che ha ispirato per anni molte scelte europee.

Per Salvini la soluzione sarebbe quella di allearsi con i popolari, spostando il baricentro dell’Europarlamento a destra. Il leader leghista si basa sulla sua esperienza italiana, sul rapporto con Forza Italia e il centrodestra. Non a caso, Silvio Berlusconi è stato colui che ha sdoganato gli ex fascisti (e gli ex separatisti) portandoli al governo. Poi c’è il caso già citato di Orban e quello di altri partiti popolari dell’Europa orientale, che sono schierati nettamente a destra. C’è il Partito popolare spagnolo, che è nato anche sulle ceneri del franchismo. Ci sono i conservatori britannici che ormai agiscono come l’Ukip di Nigel Farage.

[In tutto questo, va ricordato che un pezzo del Pd, mesi fa, ha sperato di poter fare una maggioranza con il centrodestra e con la Lega pur di evitare che il M5s andasse al governo]

Ma ci sono anche dei punti a sfavore, nel ragionamento di Salvini. L’ex Front National della dinastia Le Pen è sempre stata avversario della destra francese, che l’ha ricambiato cercando di spaccare i lepennisti o di assumerne i contenuti (e comunque Le Pen è in una fase apparentemente calante oggi). I popolari tedeschi di Merkel non sono poi teneri con l’Afd o i vari estremisti di destra.

Questo non significa ovviamente che a certe condizioni, anche a fronte di un crollo dei socialisti, i conservatori europei, o una parte di essi, non finiscano ad accordarsi coi sovranisti, o che nascano maggioranze istituzionali inedite.

(Poi, per tornare all’Italia, bisogna vedere come andrà il M5s, che non ha intenzione di sedere in un gruppo con l’estrema destra, ma che deciderà alla fine come comportarsi e soprattutto se schierarsi con questa o quella alleanza per votare il prossimo presidente dell’Europarlamento. In ogni caso, sarebbe sbagliato regalare subito i grillini alla destra estrema).

Torniamo al “fronte anti-sovranista”. Esso dovrebbe rappresentare un baluardo a quelli che vogliono “smontare” la Ue, d’accordo. Però questo non ci dice nulla di come questo fronte intenda cambiarla, la Ue. Perché se l’idea è che l’Unione vada bene così come è stata fino ad oggi, se non si trovano soluzioni diverse a quella con cui è stata affrontata la crisi finanziaria, o con cui si affrontano gli scompensi territoriali all’interno della Ue, allora forse non si è capito proprio perché i sovranisti hanno il vento in poppa. E si finirà per avere meno, e non più, Europa (anche quella è una soluzione, ma che porterà a pesare meno nel mondo).

Certamente nel 2014 il Pd di Matteo Renzi non ha preso il 40% perché gli elettori hanno premiato il suo ruolo in Europa. Si è trattato di un voto di speranza dopo i primi mesi di governo in Italia. Oggi, quattro anni dopo, di quel 40% (che aveva fatto diventare il Pd il primo partito dei socialisti & democratici nella Ue) resta forse la metà, se va bene. Nel frattempo nel Pd c’è chi vorrebbe schierarsi col liberaldemocratico Emmanuel Macron (un presidente che si pretende anti-populista, come al solito molto attento agli interessi nazionali – starei per dire imperiali – francesi, oggi in calo stratosferico di popolarità) e chi guarda alla socialdemocrazia.

Non so se l’idea elettorale del Pd per le Europee sia quella che nel marzo 2018 gli elettori non avevano capito la bontà delle sue proposte e che sia meglio comunque tenersi la Ue com’è piuttosto che votare per i sovranisti. Se è così, auguri.
Ma non capisco bene perché altre forze politiche dovrebbero andare a suicidarsi su quella piattaforma.  Il Pd farà il suo congresso poco prima delle Europee, e sarà probabilmente in corto circuito (è successo ogni volta) per un bel po’ di mesi. Il che è un problema serio, perché il partito resta necessariamente un interlocutore per chi non vuole un ulteriore scivolamento a destra.

Le altre forze politiche, gli altri gruppi, pur con le loro limitate dimensioni e coi loro problemi, dovrebbero sforzarsi allora, di pensare in proprio alla loro proposta politica per l’Europa. Che non dovrebbe essere quello di fare di Bruxelles il capro espiatorio dei problemi italiani (come ha cercato di fare anche Renzi in certi momenti), ma invece quello di cercare di far progredire il progetto europeo, sempre che non sia troppo tardi.  Sapendo anche che la soluzione non passa stavolta per un’ennesima alleanza con tutti i popolari-conservatori.

 

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