Io sto su Facebook, da anni, soprattutto per cazzeggiare. D’accordo, anche per parlare di politica (poco), per far girare un po’ di articoli che ho scritto, anche i post di questo blog, per cercare un po’ di like per il mio ego.
Il cazzeggio, comunque, ogni tanto si fa quasi arte (non vorrei allargarmi). Ecco dunque una serie di aforismi tra quelli che ho postato in questi anni, che mi fanno ancora ridere.
Fa freddo, si avvicina Natale e io provo tanta pena per i senzatetta, 30 novembre 2017
Sto leggendo “Il partigiano Johnny lo zingaro” di Beppe Finocchio, 30 ottobre 2017
Posso chiedere anche il pulsante “te piacerebbe”, su Facebook?, 16 ottobre 2017
Ci siamo seduti dalla parte della torta prima di tutti gli altri, 15 ottobre 2017
Per la Catalogna, io spero ancora nella mediazione di Julio Iglesias, 6 ottobre 2017
Eh, signora mia, rimpiango i tempi in cui c’era la certezza del pene, mica come adesso, 3 ottobre 2017
Il pane, io lo faccio con il lievito padre, 27 settembre 2017
Sto scrivendo un libro su Pablo Ciocobar, il più famoso trafficante di cacao, 29 agosto 2017
Una telefonata allungava la vita. Ora un’email allunga il pisello, 28 luglio 2017
E la chiamano Estathé, 13 luglio 2017
Meglio Ius soli che male accompagnati, 23 giugno 2017
Italia bipolare? C’è il litio, 12 giugno 2017
Se sei affamato di futuro, mangia gli aruspicini, 10 giugno 2017
Aiutiamo i nomadi a casa loro, 1 giugno 2017
Meno Stato, più Avuto, 22 maggio 2017
Era così buona, ma così buona che le veniva neanche il colpo della strega, al massimo quello della fatina, 13 maggio 2017
Le Pen is under the table, 7 maggio 2017
M’è venuto un paté d’animo, 12 marzo 2017
Da grande voglio fare il fascio designer, 9 marzo 2017
Ho preso due fave di fuca con un piccione, 7 marzo 2017
Cerco utero in affitto, balconatissimo e con vista su San Pietro, 22 settembre 2016
Sono un giornalista scomodo: regalatemi una poltrona ergonomica (magari Stokke), 23 settembre 2013