Lasciate fare alle donne

Annalena Baerbock , coportavoce dei Verdi tedeschi (foto TOBIAS SCHWARZ/AFP)

Il voto in Emilia-Romagna, con l’elezione della rosso-verde Elly Schlein e della verde Silvia Zamboni, potrebbe dare un impulso – finalmente – alle forze ecologiste per riunirsi e contare. In questo momento ci sono diverse donne su cui conterei, per questo

Ogni tanto, per questioni di simpatia politica, scrivo di verdi, spesso accalorandomi, perché ritengo una disgrazia che in Italia non esista un partito ecologista in grado di ottenere consensi, come accade ormai in molti paesi europei. Quando dico ecologista non intendo ovviamente un partito che si occupi solo di “ambiente” – quello è il lavoro delle associazioni, che spesso comunque sono più avanti dei partiti attuali – ma in generale di qualità della vita e sostenibilità.

Le elezioni in Emilia-Romagna sono state importanti non solo perché il tentativo della Lega di Matteo Salvini di usare il voto regionale per cercare di arrivare a elezioni anticipate nazionali è fallito, non solo perché un’amministrazione apparentemente capace è stata riconfermata ma anche perché per la prima volta da anni (in Italia) i verdi hanno eletto un (anzi, una) rappresentante al consiglio regionale, Silvia Zamboni, pur riportando il 2%. E un’altra lista di sinistra verde, “Coraggiosa”, ha ottenuto il 3,8% dei voti e due eletti. Una dei due, Elly Schlein, è stata la persona più votata in Regione per numero di preferenze. 

Di solito sommare i voti di diverse formazioni politiche è un esercizio abbastanza inutile. Ma tra verdi e verdi-rossi, tra Zamboni e Schlein, c’è una vicinanza politica significativa.

E ci sono altre donne oggi che in quell’area stanno, secondo me, facendo la differenza: c’è Annalisa Corrado, un’ingegnera ambientale, di Green Italia; c’è Rossella Muroni, parlamentare ed ex dirigente di Legambiente; c’è Monica Frassoni, già co-portavoce dei verdi Ue e oggi consigliera a Bruxelles; c’è Beatrice Brignone, segretaria di Possibile; c’è Elena Grandi, coportavoce dei verdi italiani, consigliera municipale a Milano. Ce ne sono altre ancora.

Ecco, dopo anni di incomprensioni, polemiche, scazzi, se si ripartisse da queste donne per costruire una forza politica ecologista autonoma?

Non la ruota di scorta ambientalista del Pd, perché non è questo il punto, anche se l’alleanza serve. Nei paesi dove i verdi sono più forti, hanno proprie posizioni e proposte. Non sono un’appendice della sinistra socialista, socialdemocratica etc. con cui però collaborano (ma in Austria, per esempio, hanno scelto i Popolari).

Non vorrei essere accusato di sessismo alla rovescia, non ho il mito della donna buona in ogni caso. Ho conosciuto, anche in politica, delle vere stronze sgomitanti. Ma anche molte donne con una maggiore capacità di cooperazione, di comprensione reciproca. La sfrutterei.

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