
Portare le persone alla presentazione di un libro è difficile, se non sei un autore di grido che passa alla tv, ma non è sempre impossibile. Così, nonostante la mia ansia da prestazione, ammetto di essere rimasto sorpreso quando, venerdì scorso, il 7 febbraio, sono arrivate diverse decine di persone alla presentazione del libro che ho scritto sulla storia del Manifesto, “Il giornale-partito”.
Molte le conoscevo – anche perché avevo sparso la voce in giro – molte altre no. E tra quelle che non non avevo mai visto c’erano alcuni, come Filippo Maone, su cui ho anche scritto (nello specifico, per un interessante saggio sul Pci che scrisse con Lucio Magri, 50 anni fa)
Il merito ovviamente non è stato mio, né del libro (anche se difendo il mio lavoro, e ringrazio Odradek e Davide Conti per avere deciso di pubblicarlo). Il merito è soprattutto del Manifesto, un giornale che da 50 anni fa discutere. E in fondo anche del luogo, visto che la libreria Red Feltrinelli di via Tomacelli (grazie!) sorge esattamente davanti alla storica redazione del Manifesto (che qualche fa anno ha poi dovuto lasciare per trasferirsi in via Bargoni, a Trastevere).
Marco Di Fonzo, un bravo collega di Sky Tg 24, che è anche presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare, ha raccontato di quando nel 1988, studente di scuola media, portava in classe il giornale (a quell’epoca io ci scrivevo, collaboratore volontario da Ostia, per la pagina romana). Poi però ad animare la serata sono stati Aldo Garzia e Tommaso Di Francesco, due firme storiche del giornale. E gli interventi di Maone e Loris Campetti.
Forse si è parlato troppo del Manifesto com’era, più che del Manifesto com’è, d’accordo. Però, a metà tra i cinquant’anni della rivista (nata nel 1969) e quelli del quotidiano (nato nel 1971), era anche inevitabile. Il mio è un libro di storia, non di cronaca. E forse anche per coloro che conoscono il Manifesto di nome, ma non lo hanno mai frequentato – ce n’erano, l’altra sera: c’erano anche trentenni – è interessante anche sentire narrare una storia interessante. Perché quella del Manifesto, lo è.
Nei prossimi giorni, forse già domani, posterò su Spreaker gli interventi audio di Aldo e Tommaso.
Giovedì 12 febbraio intanto parliamo del libro e del Manifesto di oggi a Ostia (Teatro del Lido) con due compagni (sì, si può usare la parola) e colleghi più giovani, Andrea Capocci e Giansandro Merli. E il 18 febbraio invece saremo alla libreria Odradek con Luciana Castellina e Davide Conti.