Electro

Ela Minus

(in fondo si può ascoltare la playlist col lettore di Spotify gratis] In giro c’è un sacco, un sacco, di musica elettronica. Ho l’impressione che da qualche tempo sia esplosa una nuova ondata di musicisti electro. Forse perché è anche pieno di app per costruire i propri ritmi, chissà.

Non li definirei però, dozzinalmente, suoni dal futuro, perché è almeno dagli anni Settanta che la musica elettronica è tra noi. Pensate solo alle sperimentazioni, quelle sì, dei Kraftwerk. O ancora prima dei Tangerine Dream (anche loro tedeschi).

They Told Us It Was Hard, But They Were Wrong. Questa è una delle canzoni dell’album di esordio di Ela Minus (Acts of Rebellion), colombiana trapiantata a New York. Everyone told us it’s hard / But they were wrong / When we love, we love it all / And nothing is impossible.

Robert Hood che ha giusto l’età mia, viene dagli Underground Resistance, un gruppo di dj e musicisti techno di Detroit, inizio anni Novanta.E Nothing Stops Detroit si chiama l’EP da cui è tratto il pezzo qui, 7 Mile Dog. Questi forse li conoscete: Underworld, che sono diventati famosi tanti anni fa (1996) con la colonna sonora di Trainspotting (il brano si chiamava Born Slippy). Questo album, lunghissimo (34 tracce per 5 ore circa), è il loro decimo, pieno di improvvisazioni e riff. Il brano si chiama Another Silent Way.

Bonobo invece è il nickname di un musicista inglese Simon Green (che suona per l’etichetta Ninja Tune, la stessa di gruppi che amo: Roots Manuva, Young Fathers, Congo Natty, Cinematic Orchestra, Kamasi Washington, Nabihah Iqbal, Sampa The Great..), che ascolto da un po’. Il pezzo si intitola Heartbreak.

Di HAAi so solo che è australiana e fa la dj a Londra, ma questo Bon Viveur mi sembra interessante. Mentre Elderbrook (Alexander Kotz) è un giovane brit che suona da alcuni anni, prima indie pop, ora electropop. Il pezzo ha un titolo non esattamente originale, All My Love (e lui ripete tutto il tempo: And I Give You All My Love).

Hudson Mohawke (lo scozzese Ross Matthew Birchard) ha fatto un bell’album che si chiama Airborne Lard (sì, Lardo Aerotrasportato), e che è in realtà un incrocio di stili diversi, principalmente suoni hip hop ed elettronica.

Gli Overmono sono un duo techno che non conoscevo, ma sto ascoltando spesso questa Clipper – Another Five Years. Non conoscevo neanche Tee Mango, nome d’arte di Tom Mangan, musicista e produttore, che ha creato anche un marchio, Millionhands, che produce anche t-shirt. Il pezzo è Don’t Let It Sleep.

Poi c’è un brano dei tedeschi Monolake, cantato in francese, ricorda i Kraftwerk già citati: s’intitola Espace Fourier.

Chiude la playlist The Spell, brano del britannico Charles Webster, un maturo produttore di house (pure lui mio coetaneo, 55enne), che qui suona con la cantautrice americana Ingrid Chavez: When I was young, magic was everywhere…

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