
(“Roma come se” e “Tutte le strade partono da Roma”: sono i libri firmati da Tocci e Rutelli, la coppia che guidò la Capitale dal 1993 al 2001, e che contengono idee importanti per il futuro della città. Una recensione incrociata)
Francesco Rutelli e Walter Tocci sono tornati a Roma. No, non per fare i candidati al Campidoglio. Sono tornati con due libri, usciti in contemporanea, molto differenti tra loro ma che condividono, alla fine, un’idea di fondo: e cioè, che per salvare la città, anche nella sua quotidianità disgraziata, occorre pensare in grande, riportare Roma alla sua dimensione internazionale e coltivare la sua millenaria vocazione al pluralismo.
Ecco, se siete pigri e volete solo un giudizio sintetico, un tweet, potete fermarvi qui.
Però, la questione merita più attenzione di quella che si potrebbe voler riservare a due “vecchi politici” romani che si dilettano a scrivere libri che, tanto, come si sa, “non legge nessuno”.
Prima di tutto. Rutelli e Tocci sono stati i principali protagonisti dal Campidoglio di una svolta importante, quella del 1993, quando Roma scelse, nella prima elezione diretta del sindaco, un’inedita alleanza arcobaleno: perché c’erano il rosso e il verde, ma anche il rosa delle donne, il bianco dei cattolici, e tanti altri colori.
Fu un fatto politico, ma anche civico, importante. Perché quella linea aveva un consenso vasto nella Capitale, univa centro e periferie. Una linea che trasformò Roma in alcuni anni, ammodernandola, portandola fuori dalle secche degli anni Ottanta, che avevano fatto di Milano la città da Bere ma che nella Città Eterna portarono solo uno stanco riflusso.