La playlist di Pertini

Dal 2 dicembre il podcast su Sandro Pertini che ho scritto con Giorgio Cappozzo per Emons è online sulle principali piattaforme, gratis. Qui ho già raccontato un po’ come è nata la serie. Ma essendo, come qualcuno sa, un produttore seriale di playlist, ne ho buttata giù una (la trovate su Spotify col titolo Is Pertini) con i brani dedicati al “presidente più amato dagli italiani”.

Non tutte le tracce purtroppo sono disponibili su Spotify. Ragione per la quale ho aggiunto più sotto i video da YouTube di quelle che non si trovano. Qui invece trovate uno stralcio del testo del podcast dedicato alle canzoni su Pertini.

Qui il link: https://open.spotify.com/embed/playlist/2nyVkuO2WGG2yOK98XkgwL

Non c’è su Spotify neanche “Chiamata da Genova”, scritta e musicata da Antonio Sgorbissa (con E. Ghinoi e R. Petronio), che abbiamo utilizzato – grazie Antonio! – per la puntata su Genova 1960.

“Per la prima volta, un presidente della Repubblica non è solo sui giornali, alla radio o in tv, ma è anche protagonista di alcune canzoni, per diversi anni.

Tutti ricordano il famoso verso “un partigiano come presidente” di “Un italiano vero”, la canzone interpretata al Festival di Sanremo nel 1983 da Toto Cutugno e scritta da Cristiano Minellono.
Una canzone, ha detto una volta lo scrittore Paolo Nori, che dovrebbe sostituire l’Inno di Mameli, perché gli spaghetti al dente e la malinconia rappresentano il popolo della Penisola più dell’elmo di Scipio. Invece, nonostante il voto popolare al Festival arrivò in testa Tiziana Rivale, con “Sarà quel che sarà”.

Ma sono in parecchi ad aver messo in musica Pertini. Nel 1982 lo cantano già gli Skiantos, la mitica band di rock demenziale guidata da Roberto Freak Antoni, quella di “Mi piaccion le sbarbine” o “Karabiniere Blues”. La canzone si chiama “Babbo Rock”, è un rock’n’roll dalle venature punk, con i cori in falsetto:
“Grande grandissimo, forte fortissimo, Sandro / Bello bellissimo, importantissimo, Sandro / Tu sei per noi, per tutti noi il nostro babbo”, dice la canzone. E poi ancora: “Sei italianissimo, piaci moltissimo, Sandro / Saggio saggissimo, onesto onestissimo, Sandro / Tu sei la star, tu sei l’eroe che vogliam noi”.

Ne 1982 anche Antonello Venditti, cantautore di sinistra ma insieme leggero, parla di Pertini. “Il presidente dietro i vetri un po’ appannati fuma la pipa / il presidente pensa solo agli operai sotto la pioggia” dice la canzone “Sotto la pioggia”, in cui suonano anche Ron e gli Stadio.

Nel 1984 esce “Pertini Dance”, degli sconosciuti SCORTA. Un pezzo di italo disco, con un testo che sembra una filastrocca da bambini: “È amato dalla gente / è il nostro presidente / l’acclamano i bambini / chi è? Sandro Pertini! / lo salutano gli anziani / e gli battono le mani / fumandosi la pipa / abbiam vinto la partita”.

Qualche anno dopo Fabio Gualandris, il cantante, ammette che la giovane band bergamasca era in cerca di successo, e che scegliere Pertini era la mossa giusta: “Noi volevamo avere successo, e lui aveva successo… Quindi abbiamo fatto un pochettino una ruffianata, ma positiva, bella, carina… che comunque poi è stata abbastanza apprezzata, e finì anche nei juke-box”.
Anche il Quirinale apprezza, ed è addirittura il segretario generale della Presidenza della Repubblica, a mandare una lettera di ringraziamento.

In realtà, un’operazione simile l’ha fatta già nel 1979 Federico l’Olandese Volante, un famoso conduttore delle radio private dell’epoca, con Wojtyla Disco Dance, probabilmente la prima canzone dedicata a un Papa.

Sempre del 1984 è “Caro presidente”, di Daniele Shook, che sempre con un ritmo disco, canta: “Caro presidente come va? / Ci ha insegnato lei la libertà / e la vita sua è già una storia”. Ma la sua canzone ha meno fortuna. Rovistando su YouTube, si trova anche un altro brano con lo stesso titolo, ma cantata dai Piccoli Cantori di Milano”.

Dopo la morte, Sandro Pertini continua a essere il destinatario di affettuosi omaggi o semplici citazioni. Nel 2007 i genovesi Ex Otago lanciano “Pertini Is A Genius”, canzone indie pop che mescola un inglese maccheronico e citazioni oscure. Nello stesso anno esce “Mio nonno era Pertini” di un altro genovese, il cantautore Marco Stella: Mio nonno era Pertini / Era già vecchio quando vinse i mondiali / E se saliva la commozione / Faceva finta di pulire gli occhiali”.
Un anno prima, nel 2006, un’altra band genovese, i Buio Pesto, dedica a Pertini una ballata in dialetto, che ne ripercorre la storia, dalla lotta al fascismo al mundial dell’82, e finisce con un “Grasie, Prescidente”, non senza aver citato una frase di Indro Montanelli in memoria del presidente: “Qualunque cosa egli dica o faccia odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”.

La stessa frase comparirà nel 2010 all’inizio del video di Alida Ferrarese, una cantante di balera, che nella sua canzone un po’ da liscio, un po’ latina, rimpiange il presidente.

Nel 2011, Enrico Brizzi, l’autore di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, incide un disco con la band bolognese YuGuerra che si intitola “La vita quotidiana in Italia”. Brizzi non canta, recita. E recita anche un testo che che s’intitola “Lettera a Pertini”, accompagnato dalla chitarra dell’ex CCCP e CSI Giorgio Canali. “In casa mia, ai tempi della prima Repubblica, il voto era segreto. In compenso ero ammesso al culto di Sandro Pertini, settimo presidente della Repubblica e simbolo vivente dell’Unità Nazionale”. I genitori convincono il bambino a scrivere un biglietto d’auguri al presidente per il suo compleanno. E Pertini risponde, brevemente, per ringraziarlo. Un episodio da tramandare in famiglia.

Nel 2016 poi anche il cantautore e pianista Raphael Gualazzi rende un omaggio a Pertini, in un brano sugli anni Settanta-Ottanta che si intitola “L ’estate di John Wayne”: Torneranno i figli delle stelle sui tuoi sedili in pelle / Le penne stilo in mano e le vacanze in treno / Forse anche Pertini per un poker con John Wayne”.

I video

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