L’idea del podcast su Sandro Pertini in sette puntate che ho scritto insieme a Giorgio Cappozzo per Emons – e che andrà online il 2 dicembre su Spotify, Google, Apple, l’app Emons, Audible e Storytel – è nata un paio di anni fa, nel novembre 2019. Prima, nel giugno di quell’anno, a Emons avevo proposto una lunga serie di idee per soggetti vari, ma non se n’era fatto niente. Alcune erano state scartate su due piedi, altre giudicate interessanti ma poco fattibili. Ho cercato allora di mettermi nei panni degli editor e di capire cosa avrebbe potuto funzionare. Anche perché Emons, una piccola ma prestigiosa casa editrice di audiolibri (la sua formula vincente è stata quella di pubblicare soprattutto romanzi importanti letti da bravi attori) stava cominciando a misurarsi con i podcast, quindi ci voleva qualcosa di convincente.
Ho pensato a Pertini: nel 2020 sarebbe stato il trentennale della morte. Era un personaggio ancora popolare ed apprezzato. Mi ricordavo di aver visto e ascoltato il presidente di persona, durante una visita scolastica, mi pare proprio al Quirinale, ai tempi delle medie. Nel corso degli anni erano usciti alcuni reportage, piuttosto celebrativi e ufficiali nei toni. Poi c’era stato il documentario “Il Combattente”, tratto dal libro di De Cataldo, che però a me era sembrato un’occasione sprecata. Insomma, c’era sicuramente spazio per un podcast.
Ne ho parlato con Giorgio, che, al contrario di me, che ho praticamente sempre fatto solo il giornalista (con rare eccezioni: un romanzo nel 2006 e il saggio sul Manifesto nel 2019) ha una ormai lunga e consolidata esperienza anche di autore (ed è un autore di successo) ma, come me, non si era mai confrontato con il prodotto-podcast. E siccome parlavamo da un po’ di provare a fare qualcosa insieme, nel corso di una chiacchierata al bar (che è il posto migliore, in questi casi), abbiamo buttato giù lo schema di un Pertini pop in sette puntate (quanti sono stati gli anni della sua presidenza) che a Emons è piaciuto.
Un racconto a salti: non tutta la vita di Pertini, ma alcuni momenti significativi della biografia sua e della nazione. Cercando di collegare in qualche modo una puntata con l’altra. E, soprattutto, di raccontare non il “solito” Pertini, ma quello che ha rappresentato, con pregi e difetti. L’ultimo dei risorgimentali e insieme il militante di sinistra. Uno che veniva dalla politica istituzionale (era parlamentare dall’inizio della Repubblica ed era stato presidente della Camera per 8 anni) e che pure sembrava così anti-establishment. Il presidente più votato della storia repubblicana, che riuscì a tenere un Paese unito in momenti drammatici, e insieme quello più interventista, che aprì tutto sommato la strada a Cossiga (anzi, a Kossiga). L’uomo che invocava le “mani pulite” ed era amico dei magistrati ma che non riuscì a evitare il crollo della Prima Repubblica. Insomma, un personaggio complesso, che è stato anche una delle prime vere star della cosiddetta politica-spettacolo.
Poi siamo partiti, puntata per puntata, con uno scambio continuo con Caterina Bocchetti, la nostra editor (che, causa Covid, no ho ancora mai incontrato di persona). Con una lista di persone note e meno note da sentire (e mi spiace che Raffaella Carrà, la più amata dagli italiani, ci abbia detto di no: probabilmente stava già male, ma noi non lo sapevamo; e alla fine, dopo qualche tentennamento, ci ha detto di no anche Sandra Milo, che conosceva bene Pertini e che insieme a lui compare in quella bellissima foto che vedete qui sopra). Con un sacco di ricerche (soprattutto su Internet, dove si scoprono, o meglio si riscoprono, sempre tantissime cose: basta saper cercare). Con diversi limiti, perché, per questioni di budget, non potevamo usare materiale coperto da copyright. Nel novembre 2020 i testi erano pronti. In precedenza avevo fatto anche una prova di lettura ma alla fine, per fortuna, gli editor hanno scelto un lettore professionista. La voce narrante è quella dell’attore Marco Cavalcoli, che non ho ancora avuto il piacere di conoscere di persona.
Il giudizio su quello che abbiamo prodotto lo darete voi. Posso dire, per conto mio, di essermi divertito, di aver faticato e di aver scoperto e imparato un sacco di cose (e conosciuto persone in gamba). Spero anche che siamo riusciti a far appassionare alla figura di Pertini le persone più giovani, cosa non scontata né facile.
Qui sotto, infine, la lista dei nostri ospiti:
Sandro Marucci (giornalista e storico, la nostra prima voce in ordine di tempo)
Davide Conti (uno storico che ha scritto molto sulla resistenza e sull’Italia contemporanea)
Aldo Giannuli (storico e politologo, e soprattutto amico mio di lunga data)
Cora Ranci (una giovane storica che ha lavorato molto in particolare sulla strage di Ustica)
Paolo Bolognesi (presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna)
Marco Tarchi (politologo, ex ideologo della Nuova Destra e ancora prima, negli anni Settanta, dirigente del Fronte della Gioventù)
Antonio Sgorbissa (un ricercatore di robotica, molto simpatico, che anni fa ha scritto e cantato una bella canzone sui fatti di Genova 1960)
Giordano Bruschi (partigiano, sindacalista, cronista, memoria storica della Genova antifascista)
Piero Badaloni (che ho conosciuto prima come volto della tv e poi, di persona, come presidente della Regione Lazio)
Luisa Evangelista (che mi ha emozionato una sera recitando il monologo che aveva scritto sulla morte di Alfredo Rampi a Vermicino, all’interno di un bel laboratorio teatrale animato da Bruno Stanzione, che ringraziamo per la collaborazione e la disponibilità, nel municipio VIII, dedicato allo storytelling)
Pippo Baudo (c’è bisogno che dica qualcosa?)
Elettra Stamboulis (una bella scoperta: scrittrice, curatrice d’arte, preside di liceo, autrice di un bel graphic novel su Pertini e di altri su Berlinguer e Gramsci)
Vincenzo Mollica (anche qui, non devo dire niente)
Giuliano Amato (una persona che più passa il tempo più stimo, nonostante le differenze etc)
Stefano Caretti (uno storico, animatore di numerose iniziative siti web e pagine Facebook su Pertini)
Dobbiamo anche ringraziare Maria D’Amico che ha materialmente intervistato Pippo Baudo e Vincenzo Mollica (e che si è divertita, lo so) e Marcello Biocca, lui sa perché.
Un pensiero riguardo “Il podcast su Pertini, com’è nato e un po’ di cose”