La nuova e fragrante pubblicità di D&G (parlo di quella delle gioiose scuregge di coppia) può avere tanti livelli di lettura. Io ne privilegio una per così dire politica.
L’Italia delle scuregge di questo spot cafone ma certo divertente non è lontana in termini di linguaggio da quella di un presidente del Consiglio che un giorno fece con la mano il segno delle corna dietro la testa di altro premier durante una “foto di famiglia” della Ue. Quella foto fece il giro del mondo e suscitò all’estero, più che irritazione, qualche risatina compiaciuta (“sono sempre i soliti italiani”).
In patria qualcuno, a sinistra, ne fece una questione di civiltà politica, un’altra berlusconata da fustigare.
Se però la tv che vediamo è lo specchio della nazione, e non esclusivamente una sua immagine preconfezionata dall’alto, allora quelle scuregge, e quelle corna, sono popular, parlano un linguaggio condiviso.
Questo non significa affatto che un’icona pop come il cavalier B. – la definizione è di Ferrara – debba per forza vincere in politica. La prolungata crisi del suo governo è un’indicazione, in questo senso.
E non è neanche che Prodi debba andare a piazzare una qualche ben modulata loffa in un dibattito tv – per quanto, da Vespa, ne varrebbe la pena… – o che il cafonismo debba assurgere al rango di valore (anche se tutto questo fa pensare al tardivo recupero della critica cinematografica di sinistra di Bombolo, di Febbre da cavallo o del trash…)
Però, il centrosinistra in doppiopetto e col doppio cognome, il centrosinistra serioso, professionale e con la bacchettina sempre pronta qualche domanda su quelle scuregge ogni tanto dovrebbe porsela.