Se fossi nella testa di un governante israeliano, avrei varie scelte, ma stasera ne farei una. Consentire a Marwan Barghouti di uscire dal carcere per esercitare il suo mandato di presidente palestinese, qualora dovesse vincere le elezioni. Possibilità non infima, dato che i sondaggi oggi lo danno al 38% contro il 40% di Mahmoud Abbas.
Barghouti, come è noto, è in carcere, in Israele, per scontare una condanna a cinque ergastoli. La giustizia israeliana lo ha riconosciuto colpevole di aver organizzato attentati che hanno provocato la morte di cittadini di Israele. Lui ha sempre respinto le accuse, e sostiene di essere un leader politico dell’Intifada.
Barghouti appartiene alla “giovane guardia” dellOlp – anche anagraficamente – che ha chiesto ripetutamente riforme alla leadership arafatiana. E’ un leader popolare, molto più della media della nomenklatura Olp, dicono gli analisti. E probabilmente ha un carisma utile a battere anche la grande forza che pure hanno i movimenti fondamentalisti come Hamas.
Liberare Barghouti può essere un azzardo, ma può anche essere un segnale forte di ricerca della pace, mettendo in difficoltà i fondamentalisti e trovando un partner forte con cui dialogare.