Marcella Ciarnelli. Ecco chi era la collega dell’Unità che ha rivolto al premier Silvio B. l’edificante domanda sul restyling pilifero. Domanda azzeccata se lavori per Man’s Health, sprecatissima se ti credi una delle penne di punta del quotidiano fondato da Antonil Gramsci e diretto, fin quando non si sa, da Furyo Colombo.
La risposta di Silvio B. è stata perfida, e giustamente: dopo aver spiegato il perché e il percome del suo ricorso frequente all’artificio per risolvere i problemini che l’età gli pone – ma lui in cuor suo si sente 40-42 anni; dopo aver spiegato ciò, dicevo, B. ha risposto alla signora, donna bassa, grigia, abitualmente malvestita e neanche affascinante – a meno che non si sia attratti dalla sua storica malalingua manco addolcita dall’accento partenopeo – che era a sua disposizione per darle la lista dei suoi fornitori di servizi.
Beata la Ciarnelli, che può permettersi di fare domande tanto coraggiose. Essendo un membro del trolley club, come è chiamato il battaglione degli inviati pel mondo in coda al premier Silvio B., non ci aspettavamo di meno.
(perché tanto livore contro la Ciarnelli, povero essere? Perché, quand’io ero una giovine promessa del giornale – promessa mai mantenuta – retribuito un cazzo e mezzo, lei, abituata a confezionare pezzi d’alta politica con i suoi confratelli dell’istituto case popolari dell’Unità, ebbe a dire che era colpa nostra, di noi giovani (oddio, manco tanto) piattole se i conti del giornale andavano male e se c’era la crisi. Nonostante le giovani piattole avessero una produttività da Pil della Cina…)