Tanti, tantissimi ormai, anni fa, mi incuriosiva e mi rassicurava l’abitudine dei miei genitori di parlare sottovoce, sussurrando, quando eravamo già tutti a letto, la sera tardi.
La nostra camera da letto era molto vicina alla loro, e c’era l’abitudine di lasciare le porte aperte. Dunque sentivo i miei che parlottavano tra di loro, sussurrando, e al massimo captavo qualche parola qui e là.
Ora, uno degli indizi che mi fanno sospettare – anagrafe a parte – di essere diventato adulto, di stare dall’altra parte della barricata, è il fatto di scoprire che Charlotte e io, immagino come qualche altro milione di coppie, abbiamo la stessa abitudine, di raccontarci delle cose a letto, di raccontarci la giornata, con gli abat-jour spenti.
Victor e Zoe, però, per il monento, non ci sentono. Sono già a letto da un bel po’ di tempo, e poi chiudiamo la porta, noi. Privacy genitoriale.