Dopo qualche anno di buio, mi sono sparato una serata tv di ER (I AR per gli amici), per complessivi tre episodi.
Non chiedetemi di ricordare i nomi, comunque il capo del pronto soccorso, il croato, si è sposato con la convivente (l’ex infermiera) con cui aveva già un bimbo.
La questione ha innescato un dibattito familiare (famiglia di fatto: Charlotte e io) sul perché ci si sposa dopo qualche anno di convivenza.
La risposta non la so. Posso solo immaginare che alla fine prevalgano la tradizione ( e di solito più invecchiamo più diventiamo conservatori), oppure si valutino i vantaggi pratici (per il lavoro, per i figli), la possibilità di adozione se il tempo non ha portato gravidanze, oppure si pensi di recuperare un rapporto (compito talvolta maldestramente affidato alla nascita di un figlio).
Alla fine del dibattito, Charlotte se ne è andata a letto, e io sono rimasto a cercare di capire quanto tempo avrebbero messo i colleghi a scoprire che il bel medico che soffre d’amore per l’indiana era finito sotto un Tir.
Nel frattempo, ho capito che Er è sensbile ai temi d’attualità, e dunque parla anche di tortura sui prigionieri in Iraq (non con Saddam, ma con gli americani), e che soffre la concorrenza degli altri telefilm medici. Non a caso, il nuovo capo del pronto soccorso (l’attore è Stanley Tucci o m’inganno?) è stronzo come il dottor House (ma più cattivo).
E ho anche capito perché, essendo un vecchio ipocondriaco, poi alla fine a guardare ER mi viene l’ansia.
O sarà stato per i discorsi sul matrimonio?
[MASSIMILIANO DI GIORGIO]
il sub 