Ecco, dopo aver letto il nuovo romanzo di Federico Baccomo, parafraserei Caparezza: Il secondo libro è sempre il più difficile per un artista.
Intanto, chi è Federico Baccomo? E’ l’autore di Studio illegale – che all’epoca firmò con lo pseudonimo Duchesne – geniale e divertente romanzo, nato come blog, su usi e costumi degli avvocati d’affari dei grandi studi legali.
(Dal romanzo dovrebbe uscire un film con Fabio Volo protagonista, e personalmente temo il peggio)
“La gente che sta bene” è in realtà uno “studio illegale” visto da un’altra prospettiva, non quella del giovane legale deluso che finirà per lasciare il lavoro e trovare la libertà, ma del maturo professionista Giuseppe Sobreroni, che però a un certo punto finisce vittima del meccanismo che fino ad allora ha elogiato, quello del potere e dei soldi.
Il romanzo scorre piacevolmente, però, appunto, pesa nella lettura (almeno ha pesato nella mia) il ricordo del primo libro, e gli inevitabili paragoni. Sobreroni è una macchietta e un archetipo, al tempo stesso. Le situazioni sono tragicomiche, il finale induce alla speranza. Però in fondo il contesto rimane lo stesso. E’ chiaro e ragionevole che Duchesne scrive su quel che conosce meglio, ma il rischio è quello della serialità.
basta che se magna