Ieri il Parlamento ha votato, con una ventina di voti di scarto, la fiducia al governo sul decreto Omnibus, quello che contiene lo stop ai nuovi impianti nucleari che lo stesso governo voleva. Oggi ci sarà il voto definitivo. Dopodiché, una volta pubblicata la legge slla gazzetta Ufficiale, sarà la Corte di Cassazione a dire se il 12 e 13 giugno voteremo anche sul nucleare, o non ce ne sarà bisogno.
Il fronte anti-nuclearista, in massima parte, sta conducendo da settimane una campagna piagnona sullo scippo del referendum.
Oggi un tweet di Beppe Grillo dice addirittura che se ci fosse il referendum lo stop al nucleare sarebbe PER SEMPRE (in maiuscolo), cosa che è una patente bugia.
Basti ricordare che in Italia si tenne un referendum nel 1987, e che oltre venti anni dopo, con una legge, il governo di centrodestra ha deciso di re-introdurre il nucleare.
L’ho già detto (e ovviamente io non conto se non per me), ma gli anti-nuclearisti avrebbero potuto rivendicare la loro vittoria, perché il motivo per cui il governo ha deciso di fare il passo indietro e cancellare tutto, dopo l’incidente di Fukushima, era il timore di una disfatta elettorale.
[Ci sono forse anche altri motivi, legati alla partita degli appalti delle nuove centrali, che in un primo momento dovevano andare alla joint venture italo-francese ma che dopo la vicenda messa in luce da Wikileaks qualcuno potrebbe magari voler dare agli Usa: ma stiamo intanto alle dichiarazioni]
Anche se il premier Silvio Berlusconi ha sostenuto a fine aprile che la decisione di annullare la legge sul nucleare è solo una sospensione, il governo ha di fatto battuto in ritirata di fronte al timore di confrontarsi coi cittadini-elettori.
E il risultato bulgaro del refendum consultivo in Sardegna del 15-16 maggio, in cui la partecipazione è stata doppia rispetto al quorum, indica che il nucleare è sgraditissimo agli italiani.
Insomma, invece di spiegare che quella retromarcia a tutta birra del governo nuclearista è UNA SCONFITTA POLITICA, e che comunque il 12-13 giugno ci sono altri referendum da votare e che quella sull’acqua pubblica è una battaglia campale sui “beni comuni”, i no-nuke continuano a protestare sull’infingardo Berlusconi, ladro di democrazia.
E’ la prima volta che un governo prova a opporsi ai referendum non modificando ad arte, ma addirittura annullando la legge in discussione. Ma se la Cassazione dovesse decidere che il referendum non si farà, quale sarà allora la linea antinuclearista? Che il cattivo Berlusconi-Gambadilegna ha turlupinato i buoni giudici della Corte Suprema?
Sono d’accordo. L”unica parziale giustificazione a una siffatta campagna potrebbe essere (forse…) che accostare al referendum anche il “tradimento” berlusconiano potrebbe portare voti da coloro che ce l’hanno comunque con berlusca, a prescindere da quello che si vota. E, a giudicare da quello che si vede in giro, questi sono proprio tanti!!!