Ballottaggi d’Italia

ROMA, 26 maggio (Reuters) – Il prossimo fine settimana l’esito dei ballottaggi per l’elezione del sindaco a Milano, Napoli e in altre città indicherà il destino del governo di centrodestra, che però per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi non ha alternative fino al 2013.
Dopo aver sostenuto fino a pochi giorni fa che il voto delle amministrative era politico e che serviva anche a sostenere il governo, ieri Berlusconi ha negato che il voto al primo turno, che a Milano ha visto il sindaco Letizia Moratti al secondo posto dopo il candidato del centrosinistra Giuliano Pisapia, fosse contro di lui e il suo esecutivo.
Il premier, capolista del Pdl nel capoluogo lombardo, ha raccolto la metà dei voti rispetto al 2006.
Berlusconi ha detto che quelle del 29 e 30 maggio sono invece “elezioni particolarissime in cui influisce la scelta del candidato”. Ma il suo portavoce ha smentito che abbia definito ieri in un vertice a Palazzo Grazioli, sua residenza romana, “candidati deboli” Moratti e l’aspirante sindaco del centrodestra a Napoli, Gianni Lettieri, dopo alcune indiscrezioni giornalistiche.
Quel che è ufficiale, invece, è il mal di pancia dentro al Pdl sulla questione del possibile trasferimento al nord di alcuni ministeri o dipartimenti, che secondo la Lega sarebbe un impegno preso da Berlusconi proprio per le amministrative.
Anche dopo che il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha chiesto il voto del Parlamento su una simile iniziativa, ieri sera il premier ha detto però che si tratterebbe solo di aprire qualche “ufficio di rappresentanza”.
Voto locale o nazionale, Berlusconi è andato comunque in tv ripetutamente e senza contraddittorio – provocando l’intervento dell’Autorità di garanzia per le comunicazioni, che ha multato Rai e Mediaset – per chiedere voti, arrivando a definire “senza cervello” chi sceglierà candidati di centrosinistra.
Nei giorni scorsi Umberto Bossi – che ieri non è andato al comizio di chiusura di Letizia Moratti – ha detto che la sua Lega non si farà “trascinare a fondo” dal Pdl in caso di sconfitta al ballottaggio a Milano, ma ha comunque chiesto un “cambiamento” e di “continuare a fare le riforme”.
Sul governo poi pende la richiesta di verifica parlamentare, che si terrà dopo i ballottaggi, avanzata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a seguito dell’ultima informata di sottosegretari.

SFIDA MUSICALE A MILANO
Alla vigilia ormai del voto, a Milano gli ultimi sprazzi della campagna elettorale sono musicali.
Il centrodestra, che negli ultimi giorni ha insistito sul pericolo che la vittoria del centrosinistra trasformi la città in una “zingaropoli” invasa dagli islamici e un eurodeputato leghista è arrivato a dire che se vincesse Pisapia sarebbe una vittoria anche per al Qaeda, schiera stasera sul palco il cantautore napoletano Gigi D’Alessio e la cantante romena Alexandra Stan.
Il centrosinistra punta invece sul rock demenziale di Elio e Le Storie Tese e sull’attore Claudio Bisio.
Al primo turno, Giuliano Pisapia, un avvocato che viene da Rifondazione comunista e che ha vinto nei mesi scorsi a sorpresa le primarie contro il candidato del Pd, ha avuto il 48%, Moratti il 41,6%. Al ballottaggio potrebbero contare in un senso o nell’altro anche i voti degli elettori che al primo turno scelsero il Terzo Polo o il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, che a Milano, come nelle altre città, non si sono schierati.
Chi vincerà nella “capitale del nord” dovrà poi affrontare la sfida dell’Expo 2015.

NAPOLI E LE ALTRE
A Napoli la sfida è tra l’imprenditore Lettieri, al 38,5%, e l’ex magistrato Luigi De Magistris, che a sorpresa ha sorpassato al primo turno il candidato del Pd Mario Morcone ottenendo il 27,5%.
Il centrodestra, che governa sia la Regione che la Provincia, punta sull’emergenza rifiuti che assedia da anni Napoli, promettendo di risolverla, nonostante il piano già lanciato dal 2008. Lo stesso Berlusconi, prima del voto del 15-16 maggio, ha anche annunciato lo stop alle ruspe anti-abusivismo.
De Magistris, che è dell’Idv, ha rifiutato gli apparentamenti e ha preso ripetutamente le distanze dal Pd, da anni alla guida della città partenopea. Ma i democratici hanno deciso comunque di sostenerlo, per sbarrare la strada al Pdl.
A Napoli sarà interessante capire quale peso avrà il voto degli elettori terzopolisti, che al primo turno hanno scelto col 9,7% il rettore del’Università di Salerno Raimondo Pasquino.
Ma si va a significativi ballottaggi anche in altre città. A Trieste, per esempio, la rottura nel centrodestra ha portato al primo turno in testa col 40% Roberto Cosolini, candidato del centrosinistra, contro il 27,9% dell’ex sottosegretario Roberto Antonione, del Pdl. E ora il partito di Berlusconi teme che a Cosolini potrebbero andare anche i voti leghisti, che al primo turno sono arrivati al 6,3%.
A Cagliari, altra città amministrata dal centrodestra, è in vantaggio invece Massimo Zedda, del centrosinistra, che aveva già vinto a sorpresa le primarie della sua coalizione contro il candidato del Pd. Massimo Fantola, del Pdl, è al 44,7%. Il Terzo Polo nella città sarda ha raccolto il 4,47%, ma non si schiera.
Tra le altre città al voto, tra i circa 90 Comuni del ballottaggio, Varese, Novara, Rovigo, Rimini, Grosseto, Cosenza, Crotone, Iglesias. Significativo anche il voto in due centri minori. Arcore, storica residenza di Berlusconi, dove è in vantaggio il candidato del centrosinistra col 46,84% del primo turno. Gallarate, dove il candidato Pdl è al 33,5% contro quello del centrosinistra al 31,2%, ma dove sarà la Lega, con la propria candidata arrivata oltre il 30% al primo turno, a decidere il vincitore.
Si vota anche per sei province: Trieste, Vercelli, Mantova, Pavia, Macerata, Reggio Calabria.
Complessivamente andranno al voto circa 4 milioni di elettori, che potranno recarsi ai seggi domenica 29 maggio dalle 8 alle 22 e lunedì 30 maggio dalle 7 alle 15.
(Massimiliano Di Giorgio)

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