[aggiornato alle 20]
Ognuno ha le proprie perversioni: io, tra le mie numerose, ho quella per i sistemi e i risultati elettorali e un’altra per i Verdi-ecologisti.
In queste elezioni il Sole-Che-Ride ha avuto un po’ di visibilità solo perché il portavoce Angelo Bonelli si è candidato a Taranto per sifidare il sindaco vendoliano in nome della battaglia per l’aria pulita, contro i veleni dell’acciaieria e del polo industriale. Nei mesi scorsi ho scritto quel che ne pensavo qui.
Oggi mi sono divertito ad analizzare un po’ di risultati dei Verdi (o anche Ecologisti e civici dopo la fusione con altri movimenti) nei Comuni con oltre 15mial abitanti, dove c’erano e dove era possibile fare raffronti.
In un comunicato che ha diffuso ieri, e anche sentendolo oggi, Bonelli è sembrato soddisfatto dell’affermazione generale delle liste. Dare un giudizio effettivo e preciso sulla performance è un po’ complicato, ma quel che ne esce con un po’ di dati in mano è,a prima vista, meno ottimistico.
Su carta, rispetto al 2007, gli ecologisti perdono voti e percentuali sostanzialmente dappertutto nelle regioni ordinarie. Con poche eccezioni. A Taranto – dove correvano fuori da centrosinistra e centrodestra, aumentano in percentuale, all’Aquila, dov’erano alleati dei centristi, aumentano in voti e percentuale. Bonelli, come candidato sindaco, è al erzo posto, e incassa quasi il 12%. Ad Abbiate Grasso, grosso centro del milanese, Domenico Finiguerra, esponente degli ecologisti, arriva terzo con la sua lista civico-verde, col 27% circa.
Il Sole si presenta spesso col centrosinistra, spesso da solo, talvolta coi centristi, mai praticamente col centrodestra. Molto spesso non si presenta alleato con SEL – anzi, direi che SEL sembra condizionante sulle scelte di alleanza dei Verdi – e quasi sempre prende diversi voti in meno dei vendoliani. Il Sole prende sempre parecchi voti in meno del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo (e anche SEL, in generale).
A Taranto il Sole- anzi, Bonelli – impedisce, di fatto, la vittoria di Ippazio Stefano al primo turno. A L’Aquila contribuisce a portare il candidato centrista al ballottaggio col sindaco di centrosinistra. Altrove, è difficile dire se sia determinante per qualcosa.
Tra elezioni comunali e politiche ovviamente non c’è corrispondenza, però questo voto comunque segnala un passaggio importante, lo hanno detto tutti i commentatori. Se questo è un test, segnala sostanzialmente la marginalità dei Verdi-ecologisti, che è anche marginalità del discorso ecologista nella politica italiana, dell’ambiente nell’agenda politica.
Se c’è una forza politica che resta lontana (o viene percepita tale) da centrosinistra e centrodestra e della loro idea di sviluppo, in questo momento, è il M5S di Grillo, che probabilmente si presenterà anche al Parlamento.
I Verdi hanno davanti diverse opzioni per il prossimo anno. Quella di correre da soli è probabilmente la più disperata, da un punto di vista della rappresentanza, perché il Sole è oggi totalmente all’ombra di Grillo.
I grillini – che fin qui non hanno fatto coalizioni con nessuno e che sono una forza a guida carismatica e per il momento esclusiva – non sono probabilmente interessati a discutere coi verdi, anche perché nelle proiezioni hanno un buon risultato (pure se si votasse col Porcellum). Anche se ci sono diversi punti in comune, col Sole, più che con l’Idv, sicuramente.
Probabilmente – ma è una mia opinione – ai Verdi-ecologisti non rimane che valutare l’opzione di aggregarsi al centrosinistra, a condizione almeno di avere il proprio simbolo, senza cartelli elettorali con forze tipo il Psi, e sempre ammesso che il sistema elettorale rimanga lo stesso. In realtà, guardando i dati, non c’è una sostanziale differenza nella performance se la lista corre in coalizioni o meno.
Ma il problema della marginalità va affrontato a prescindere dalla questione elettorale, e occorre andare oltre il fatto che i media danno scarsa visibilità. Basta vedere a come ha lavorato il M5S, che si è sviluppato praticamente grazie alla Rete e alla piazza, anche se fa riferimento a una personalità carismatica. arattersitica che i Verdi, sostanzialmente, non hanno mai avuto, nel male ma anche – e soprattutto – nel bene.
Da quel che ho sentito, più che col Psi si parla dei Radicali. I quali a loro volta, o almeno Pannella, parlano di nuova Rosa nel pugno.
avrebbe più senso che col Psi, certo, ma…
…Intanto, Marco Pannella sta corteggiando i grillini…!Per i Verdi-Ecologisti vedo bene una collocazione nell’area del centrosinistra,con la garanzia di un’adeguata visibilità…!
Pannella vede del sano in ogni sommovimento rissoso. Come un missionario evangelico, tenta di diffondere il verbo gandhiano mentre gli «italiani brava gente» gli sputano addosso.
Grazie al Cielo, ci pensa Grillo a infrangere i sogni del buon Marco e riportare i termini dove è «giusto» che siano iscrivendo Emma Bonino, e quindi i radicali, nel novero della partitocrazia: il ricavo dopo il cinque, dieci, forse quindici percento è inevitabilmente più ricco.
Il Psi e Sel, comunque, starebbero tentando l’aggancio al Pd in nome del Pse all’italiana. Non so cosa ne pensino i sabotatori dei referendum anti-L.40 fra loro.