La vendetta dell’Io

 “Diecimila euro? E dove li trovo, diecimila euro???”.
    “Vede, se cerca di concentrarsi e immaginare come potrebbe reagire sua moglie se scoprisse che il suo cane non è scomparso da un giorno all’altro, rapito dagli zingari, ma che è stato lei a violentarlo e poi a gettarlo dall’alto di un ponte, povera bestia, riuscirà anche a pensare a dove trovare qui soldi.
    In fondo, mi creda, il suo è stato un atto mancato. Voleva violentare e uccidere sua moglie. Non lo ha fatto, e la vittima di questo corto circuito di eros e thanatos è stato il barboncino della sua amata sposa.
    Su, su, mi creda, diecimila euro sono briciole, sono polvere, sono nulla, quando qualcuno è passato vicino tanto così, un soffio, a un cambio epocale nella propria vita. Pensi a se avesse ucciso sua moglie. Ora dovrei telefonarle in carcere. Sarebbe imbarazzante, no?”.
    “Ma lei non può fare questo!!!”.
    “Certo che lo POSSO fare. Lo POSSO fare perché lo VOGLIO fare. Lo desidero intensamente. Quindi mi adopero a plasmare la realtà, a trasformarla, al fine di vivere meglio, di stare bene, di provare gioia per il fatto di sentirmi vitale, di sentire la vita che scorre in me. L’importante, gliel’ho sempre detto, è accettarsi. E’ il primo passo, certo, ma è fondamentale. Gliel’ho spiegato tante e tante volte, ma vedo che non ha ancora fatto davvero sua questa piccola regola di vita. Primo accettarsi, poi cambiare le cose”.
    “Lei non può farlo!!!! E’ illegale!!!”
    “La smetta di urlare, la sento benissimo. Se lei si riferisce al fatto che questa mia telefonata potrebbe evocare un ricatto, be’, sì, insomma, chiamiamolo così, concorderei con lei. Sarebbe illegale. Qui però parliamo non di vile ricatto, ma di catarsi, di liberazione, di rigenerazione, di rinascita. Quei diecimila euro segneranno il suo passaggio a una vita diversa, le consentirebbero di elaborare il lutto della perdita del povero barboncino e, soprattutto, di non essere più afflitto dal senso di colpa. Capisce?”.
    “No! Lei non può farlo!!!!!!! Lei è la mia analista!!!”.
    “Eh no, caro signore. Io ERO la sua analista. E’ stato LEI ha deciso che non aveva più bisogno dei miei servizi, che ha preferito ignorare le mie indicazioni, i miei ammonimenti. Ha ritenuto di avere la forza per affrontare la realtà da solo. Lei è un adulto e gli adulti debbono farsi carico delle proprie responsabilità. Lei, diciamola tutta, lei mi ha scaricato.
    E non che abbia tratto giovamento dalle sedute. Ricorda quante volte, prima, le si irigidiva il collo senza motivo apparente? ricorda quei dolori alla bocca dello stomaco? Quei mal di testa?”
    “E se chiamassi la polizia?”.
    “Come vuole, come vuole. A questo punto non intendo forzarle la mano. Anzi. MI spiace per averla disturbata a quest’ora. Capisco. Capisco, certo. Lei è in grado di affrontare la realtà, la verità e soprattutto il confronto con sua moglie. Me ne compiaccio e mi congedo da lei. Ha avuto ragione a interrompere il nostro processo, l’analisi. Lei è pronto…”.
    “Aspetti!!!”.
    “Le faccio i miei complimenti, il suo percorso di guarigione è completato…”.
    “Aspetti!!!”.
    “Anche a sua moglie tutto ciò sarà senza dubbio chiaro, ne sono certa, e anche se così non fosse, lei saprà accettare…”.
    “Quanto tempo ho per trovare i soldi?”.
    “Fino a dopodomani. E mi raccomando, niente assegni, bonifici o transazioni. Lei sa quanto è importante, ai fini dell’analisi, il denaro nella sua forma -base, la banconota…”.

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3 pensieri riguardo “La vendetta dell’Io

  1. Charlotte ha un barboncino…??!

    1. Massimiliano Di Giorgio 20 agosto 2012 — 11:10

      ammazza che conisderazione che c’hai del narratore! vabbene che sono importanti i passaggi di vita vissuta, ma qui esageriamo!

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