(meglio che legga chi ha già visto il film, per non rovinare il piacere di svelare passaggi)
Domenica sera ho visto Prometheus, che aspettavo da mesi, nonostante le prime recensioni non esaltanti e il giudizio scettico di un amico che lo aveva già visto in Gran Bretagna.
Non è l’evento cinematografico dell’anno, d’accordo. Ma non lo è stato neanche Avatar, se è per questo (e sembra che in 3D il film di Scott sia meglio di quello di Cameron: io però l’ho visto in formato tradizionale, in originale coi sottotitoli), pur essendo un film discreto.
Prometheus non è un film completamente riuscito, insomma, ma è molto bello visivamente. E non è poco.
Il prequel di Alien ha alcuni difetti di sceneggiatura, e pesano. Se ho capito bene la genesi del film, ciò dipende anche dal cambiamento in corso di sceneggiatore.
In alcuni momenti il film rimanda molto agli altri Alien (la vicenda dell’androide, per esempio, o il tentativo di riportare sulla Terra una delle creature). L’incontro tra l’unico alieno superstite e il miliardario Peter Weyland ricorda, ma in ruoli inversi, quello di Blade Runner (sempre di Ridley Scott) tra Roy Batty ed Eldon Tyrell. Ma questo non è un difetto, direi. Piuttosto, una citazione obliqua.
C’è però un interrogativo forte che il film lascia a chi lo ha visto: perché gli Ingegneri – cioè coloro che avrebbero creato gli esseri umani, e il cui dna coincide con quello umano – ci odiano così tanto da aver poi cercato di portare sulla Terra una temibile arma di distruzione di massa, cioè gli xenomorfi, o di attirare gli umani verso il sistema solare in cui l’hanno sviluppata?
Ok, probabilmente questo “interrogativo forte” di cui parlo è tale solo per me che mi emoziono per la fantascienza ,pure in unepoca di vacche magre per il genere. Però, mi sembra il pregio principale della storia raccontata da Scott. E non è poco. Anche perché tocca – in modo pop, hollywoodiano, pacchiano, eccetera quanto volete – questioni su cui gli umani si interrogano da migliaia di anni: chi siamo, da dove veniamo and so on.
Dunque, aspetto con un certo interesse il sequel del prequel, che potrebbe uscire nel 2014, per spiegare (speriamo) almeno perché ci odiano tanto, gli Ingegneri.
So mica se condivido il tuo punto di vista antropocentrico.
Voglio dire, se gli Ingegneri – che in quanto tali, come matematici e fisici, di testa non stan tanto bene – avessero creato la nostra specie, e gliene sono grato, perché *non* avrebbero dovuto creare una temibile arma di distruzione di massa come quello schifo di esseri bavosi?
Persino un pacifista e antitotalitario come Einstein ha contribuito allo sviluppo del progetto Manhattan. E la stessa mogliettina di Ulisse facevadi giorno e disfaceva di notte la medesima tela.
È tutta questione di divertimento o, più seriamente, di soddisfacimento di sé. Ci piace far figli, e piace anche agli Ingegneri, e ci piace uccidere. O poter uccidere. O giocare a essere un po’ più di ingegneri: semidei.