Intanto nel Pd – 2 (cronache pre-caminetto)

16:09 07May13 RTRS-Pd, domani “caminetto” per tentare accordo su segretario pro-tempore
* Calano quotazioni Epifani, eletto presidente di commissione
* Manca ancora ordine del giorno dell’assemblea
* Renzi pronto a votare candidato con più consensi, dice fonte
di Massimiliano Di Giorgio
ROMA, 7 maggio (Reuters) – In attesa dell’assemblea nazionale di sabato, a cui parteciperà anche il neo premier Enrico Letta, ancora formalmente vice segretario del Pd, domani pomeriggio il vertice democratico proverà a trovare l’accordo sul nome del leader pro-tempore che guiderà il partito fino al congresso in autunno e dovrà evitare polemiche col governissimo.
Sabato prossimo sarà l’assemblea nazionale a votare il nuovo segretario, che resterà in carica fino al congresso, previsto per il prossimo ottobre. Senza un’intesa preventiva tra le correnti principali del Pd, però, nella riunione alla Fiera di Roma si rischia una prova di forza che potrebbe dividere ancora di più il partito, già colpito dal fallimento del tentativo del segretario uscente Pier Luigi Bersani di formare un governo e poi dalla mancata elezione di due suoi “padri nobili”, Franco Marini e Romano Prodi, al Quirinale impallinati dai franchi tiratori del partito.
Sulla carta, i due principali candidati alla carica restano ancora l’ex segretario della Cgil Gugliemo Epifani e l’ex segretario della Federazione giovanile del Pci Gianni Cuperlo. Ma oggi Epifani è stato eletto alla presidenza della commissione Industria della Camera, e dunque sembra poco probabile che possa ora arrivare per lui un incarico di partito, dice un membro della ex segreteria guidata da Bersani.
E dopo che anche l’ex capogruppo al Senato Anna Finocchiaro sembra fuori dalla corsa, dato che è stata eletta alla guida della commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, nel partito circola ora il nome del governatore della Toscana Claudio Martini, vicino a Bersani, come possibile candidato leader, mentre sembrano calate le quotazioni di Vasco Errani, presidente dell’Emilia-Romagna e considerato un fedelissimo del segretario uscente.

GOVERNATORE MARTINI TRA POSSIBILI CANDIDATI
Pare esclusa anche la possibilità che l’incarico vada a un ex della Margherita – dalla cui fusione con i Ds nacque il Pd – come Pier Luigi Castagnetti, lanciato giorni fa da Walter Veltroni, perché da quello stesso partito viene anche Letta. Mentre l’altro candidato proposto da Veltroni, l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino, ha detto di non essere disponibile.
Anche oggi, intanto, si sono ripetuti gli appelli a Bersani a restare alla guida del partito fino al congresso. Ma l’ex candidato premier del centrosinistra ha già riconfermato le dimissioni irrevocabili giorni fa.
“La verità è che del partito non frega niente a nessuno in questo momento”, spiega un neodeputato vicino al sindaco di Firenze Matteo Renzi: “Sono spariti tutti, in corsa per un incarico di qualche tipo nel governo o in Parlamento. Non so proprio cosa uscirà dall’assemblea di sabato”.

RENZI VUOLE RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE
Una fonte del partito, anch’essa vicina a Renzi, dice che l’ex sfidante di Bersani alle primarie, che parteciperà all’assemblea di sabato, è al momento “tendenzialmente indifferente” alla scelta e che chiede al partito di eleggere “quello che ha più consenso di tutti” assicurando il proprio sostegno alla votazione.
Renzi, dice la fonte, chiede però di poter indicare un paio di membri della prossima segreteria, in particolare il responsabile dell’organizzazione, in vista della prossima battaglia congressuale, in cui potrebbe candidarsi alla segreteria.
Nel frattempo, oggi l’Unità, quotidiano del Pd, ha scritto che all’assemblea nazionale, organismo composto da un migliaio di persone, si registrano molte defezioni, tanto da rischiare un rinvio, dato che serve la presenza della maggioranza assoluta dei membri. “E’ una sciocchezza”, ha detto a Reuters il responsabile dell’organizzazione Nico Stumpo, specificando che la riunione si terrà regolarmente.
Ma nel frattempo non è stato ancora fissato l’ordine del giorno dell’assemblea, che in teoria dovrebbe fissare anche la data del congresso e le possibili modifiche allo statuto, tra cui la separazione tra ruolo del segretario e candidato premier e le primarie per eleggere il segretario. Secondo diversi esponenti sentiti da Reuters, la questione potrebbe essere rimandata a un’altra assemblea o addirittura al prossimo congresso.

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