Sono più di 30 anni che ascolto Prince, e non credo di essermi mai davvero stufato della sua musica. Ci sono stati alti e bassi , ma direi che anche un disco passabile del “folletto di Minneapolis” (non so chi cazzo abbia inventato questa definizione ridicola, ma mi è rimasta in mente dagli anni 80 e mi dà un buon motivo per avere una buona opinione di Minneapolis, a parte che è lo scenario di Fargo) è nettamente meglio della media di molti altri autori.
La caratteristica principale di “HitNRun 2” che è uscito abbastanza a sopresa a inizio dicembre (e che sto ascoltando in loop in questi giorni), quarto album in due anni, è che ripercorre un sacco di musica “princiana“, a partire dagli anni 80.
In alcuni casi ci sono auto-citazioni dirette (una per tutte: Kiss), in altri si riconosce l’atmosfera, e non è un caso: Xtralovable è stata scritta nei primi anni 80, per essere poi rimaneggiata. C’è dentro un sacco di funk, di jazz-soul, disco. Un classico, insomma.
È un album che induce sostanzialmente all’ottimismo.
Anche se la prima canzone, Baltimore, uscita a maggio, parla della violenza della polizia contro i neri, della richiesta di vietare le armi e dice che If there ain’t no justice then there ain’t no peace, se non c’è giustizia non c’è pace (sarà retorica, ma per me l’assunto resta vero, e il tema è assolutamente attuale negli Usa).