Tesoro, che fine hanno fatto gli elettori di centrosinistra a Roma?

 

E’ da giorni che ci penso. A guardare i manifesti, gli spot, i trailer e le altre robe che girano tra cartelloni dei bus e social network, il “mercato elettorale” a cui mirano gran parte dei candidati a sindaco di Roma sembra quasi quello del centrodestra. E gli elettori di centrosinistra? Sono spariti? non interessano più?

Partiamo da Alfio Marchini, quello che compare sui manifesti con un sorrisone che più berlusconiano è difficile (lo hanno fatto apposta, eddai). Gli slogan che propone, sono in gran parte, di destra, esplicitamente. “Liberi di dire no agli abusivi” (come se qualcuno ci costringesse a comprare qualcosa) ricorda il famoso “Ai semafori vogliamo essere lasciati in pace” del buonanima Teodoro Buontempo. “Liberi di chiudere i campi nomadi” (io anche li chiuderei, ma per dare case alle persone che ci vivono) ricorda purtroppo le ruspate di Matteo Salvini.”Liberi dai partiti”, e non dalla partitocrazia, è un altro slogan demagogico (e fa ridere, visto che Marchini è sostenuto dal quel che resta del centrodestra berlusconiano). Anche “Liberi di camminare sicuri”  è uno slogan securista, da Italia che dorme “con le porte aperte”. E ci metterei pure quel “Liberi da chi ha tradito” che punta ai delusi del Pd ma fa sempre onore & fedeltà. Ma se hai poi come candidati Alessandra Mussolini e Francesco Storace, se magnifichi il Mussolini architetto, è difficile poi che puoi andare a cercare i voti del centrosinistra….

Che Giorgia Meloni guardi a destra è ovvio, visto che viene da Alleanza Nazionale e che è la capa di un partito che si chiama Fratelli d’Italia (dovrebbe vedere il docu-film con lo stesso titolo, ambientato a Ostia, sarebbe una rivelazione). E quindi non sorprendono quegli slogan sulle regole etc (Qui le regole si rispettano) che sono un ammiccamento ai “veri romani” per fargli capire che “a questi qui” (cioè gli immigrati) bisogna dargli una bella regolata. Non a caso, Meloni parla di “flussi controllati” dei migranti a Roma, come se fosse il sindaco a scegliere quante persone di diversa cittadinanza possano abitare nella Capitale.

Poi ci sono i mini-candidati di estrema destra, come Simone Di Stefano, di Casapound, che dice “la vera destra siamo noi” e nei manifesti scrive “Arrogante xenofobo populista”, attribuendolo la definizione ai buonisti (Dio maledica chi ha inventato il termine) “solo perché lui difende sempre gli italiani”; Alfredo Iorio, di Forza Nuova, che nei manifesti fa campagna contro gli “alieni”, cioè gli immigrati, e gli integralisti musulmani armati, che ormai hanno sostituito i celebri cosacchi nella raffigurazione post-fascista del nemico; Mario Adinolfi, leader del Popolo della famiglia , che ce l’ha con i diritti degli omosessuali , che ha candidato un esponente di Militia Christi e un nigeriano (ma anche i neri possono essere fascisti, d’altronde c’erano pure i gay nazisti).

Un po’ meno ovvio è che guardi a destra anche il Movimento Cinque Stelle, che però con quel Roma ai romani a inizio campagna elettorale ha dato un certo mood. Ma soprattutto Raggi rappresenta un’ancora di salvezza per gli elettori di centrodestra (ed è anche per questo che probabilmente vincerà al ballottaggio), in una città come Roma dove la polarizzazione centrosinistra/centrodestra c’è, eccome. Intendiamoci, il sito web della candidata M5s propone diverse cose interessanti, e non è possibile classificarla come destra “tout court”, come vorrebbero i suoi detrattori. Anzi, se al balloottaggio dovessero andare lei e Marchini (o Meloni), è probabile che, per la stessa logica della polarizzazione, una parte dell’elettorato di centrosinistra andrà a votarla.

Roberto Giachetti non manda messaggi di centrodestra, ma ha impostato una campagna elettorale in cui di fatto si è smarcato dalla sua stessa coalizione (di centrosinistra). Il Pd ha puntato tutto sul basso profilo (quasi zero manifesti di candidati in giro) e su uno slogan “E tu splendi, invece, Roma” , che è una rielaborazione di  una frase di Pasolini da cui si desume però al massimo un po’ di orgoglio romanista.

La campagna di Stefano Fassina invece non si è ancora praticamente vista, per le note vicende del ricorso al Tar ma anche per questioni di basso budget. Immagino che ci sarà scritto sinistra in tutte le salse, almeno per questioni di marketing.

Ovviamente, non sto qui a fare uno scandalizzato appello de sinistra (che non mi appartiene neanche), mi limito a una constatazione.
Dopo Alemanno, anche un palo della luce avrebbe potuto vincere le elezioni (l’ho detto anni fa, non era difficile da prevedere), in una città che è stata negli ultimi 20 e passa anni fortemente di centrosinistra (basti pensare alle precedenti elezioni regionali, dove il centrosinistra candidava alla presidenza Emma Bonino, che ottenne uno score alto a Roma ma perse nel resto del Lazio ). Anche la stessa vittoria di Alemanno è stata favorita dal distacco dell’elettorato di centrosinistra, deluso dal secondo mandato Veltroni e poco attratto dal ritorno di Francesco Rutelli. Un centrosinistra più di centro che di periferia, ma comunque un centrosinistra con forti radici.
Ora il quadro potrebbe invece cambiare in modo significativo, proprio per il giudizio negativo sulla precedente amministrazione Marino e sul Pd (che pure a Marino ha tolto la spina, nel modo che sappiamo). La cosa interessante è che invece di cercare il voto dei delusi del centrosinistra (come fa Fassina, i cui sostenitori di Sel comunque hanno avuto una responsabilità nel casino del’ultimo anno) , la maggior parte dei candidati manda messaggi di destra o comunque pensa di aver bisogno degli elettori di centrodestra.

3 pensieri riguardo “Tesoro, che fine hanno fatto gli elettori di centrosinistra a Roma?

  1. ci sono ancora e voteranno Fassina!

  2. Ovviamente non potevi fare a meno di sottolineare che l’esperienza Marino è stata negativa. Per chi è stata negativa??? per i faccendieri, per quelli che vivono di bustarelle, per chi è stato ritrovato con in cada con oltre 500 mila euro presumibilmente derivanti da mazzette, per i Tredicine che si son visti togliere gli spazi remunerativi davanti ai monumenti più belli, per gli urtisti che vendono paccottaglia abominevole, per gli appaltatori della metro C che sono stati costretti a sbrigarsi a consegnare 21 fermate di metro, per i palazzinari che si sono visti cancellare milioni di m3 di cemento ecc. ecc. Per quelli è stata sicuramente una giunta negativa.

    1. No, credo che l’ultimo anno della giunta Marino, al netto comunque di cose positive fatte, sia stata negativa per Roma, per eccesso di confusione, incertezza ed effetto dell’inchiesta su Mafia Capitale, scontro interno nella maggioranza

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