Nonostante la diffusione crescente di Mater Bi (cioè la bioplastica biodegradante e compostabile), l’uso di sacchi e sacchetti di plastica, pur se riciclabili, resta comunque smodato, anche nei mercati a km zero (come quelli della Coldiretti).
Farne a meno sembra un atto ascetico, da parte dei consumatori. Una scelta ispirata da sensibilità particolari, per cui le persone normali, prese dai loro ritmi e poco “ideologiche”, non hanno tempo.
Del resto, avete presente quella scritta che da anni, da decenni, compare spesso sugli shopper, sui sacchetti da spesa? “Non gettarmi, pensa alla natura”. Frase poetica, romantica. Leggerla e pensare a un ruscello nel bosco, tra il cinguettio di uccelli e il passaggio veloce di un cerbiatto, è tutt’uno. Il sogno però si spegne rapidamente, la busta finisce per terra, o nel secchio dei rifiuti indifferenziati o, quando va benissimo, nel contenitore della plastica riciclabile.
Credo che se sulle buste ci fosse scritto invece non gettarmi, pensa alla tua salute o pensa ai tuoi figli, e se le buste costassero un bel po’ di più, anche il consumatore normale, indaffarato e che non ha tempo per preoccuparsi dell’ambiente, comincerebbe a porsi il problema.
Cominciamo dalle parole giuste. Ambiente è un concetto del cazzo, perché ci fa pensare sempre a panorami da cartolina in cui noi non compariamo. Lo stesso discorso, in sostanza, vale per natura. Che cos’è la natura, se non appunto “il ruscello nel bosco, il cinguettio di uccelli, il passaggio veloce di un cerbiatto”? Bella la natura, ma che c’entra con noi?
Il problema è che i sacchetti gettati non finiscono solo in questo favoloso mondo della natura, non vengono solo ingeriti solo dalle balene o dalle tartarughe (e da oltre 170 specie, ma non stiamo a sottilizzare), ma finiscono anche nei pesci che poi mangiamo, contaminano le falde d’acqua (che beviamo), costano energia (che paghiamo) per fabbricarli, producono anidride carbonica (che poi respiriamo) quando vengono bruciati. Riciclarli è difficile e costoso.
Ecco, La natura, in buona sostanza, siamo noi, a un certo punto. È la nostra salute.