Sto ascoltando un sacco di dischi, oggi però ve ne segnalo solo tre.
Comincio obbligatoriamente dalla colonna sonora di The Get Down, la serie hip hop che gira da agosto su Netflix (e mi piace un frego, come dicevano nel Plesitocene) . Più che rap, nel disco c’è molto RnB, soul e funk vecchio e nuovo, mi è piaciuto perfino il pezzo di Christina Aguillera (in cui suona la chitarra Nile Rodgers), Telepathy.
Tra i classici, impossibile non segnalare (e ricordare, per chi è abbastanza vecchio) Do The Bus Stop, della Fatback Band, del 1975, o Devil’s Gun, di C.J. 6 Co., del 1977 (entrambe ballate nel primo episodio). Tra le novità, pezzi di Zayn, dell’ottimo Michael Kiwanuka, di Leon Bridges, di Herizen Guardiola.
Altro bel’album: And The Anonymous Nobody, dei De La Soul, anche questo uscito da pochi giorni. Dentro ci sono un sacco di stili di rap e anche di stili musicali diversim e un sacco di ospiti (vabbe’, ormai è diventata la regola, se non ospiti un po’ di altre star sei uno sfigato). Qui per esempio c’è Snoop Dogg in una canzone che s’intitola Pain, David Byrne in Snoopies, Damon Albarn in Here In After e un sacco di altra gente
Poi. Poi c’è il primo disco di Nao, una giovane corista britannica che ha tirato fuori un disco da solista che suona molto soul e un po’ electro, e che ha una voce che mi ricorda Anita Word (quella di Ring My Bell). Starebbe bene anche nel soundtrack di The Get Down.
Intanto, continuo ad ascoltare, e non ne ho ancora un’idea precisa, Boy King di Wild Beasts; Trick di Jamie T; Bleeds di Roots Manuva; Blonde di Frank Ocean,; il volume 3.4 della compilation Nova Tunes; Winter dei redividi New Model Army; How To Be A Human Being dei Glass Animals; The Rockers dell’italiano Alborosie; IV dei Badnotbadgood; Fallen di Steven Julien.