Anche quest’anno dobbiamo cercare una baby sitter che si occupi della figlia più piccola all’uscita da scuola.
Cambiamo praticamente persona ogni anno per una ragione abbastanza semplice: di solito preferiamo studentesse universitarie (a dire il vero non ci sono ancora capitati studenti, che rarissimamente si propongono), che poi, però, l’anno successivo sono impicciate con gli esami e lo studio, o la tesi, o si sono laureate e hanno trovato qualcosa di più interessante e meglio retribuito da fare.
Oltre a far girare la voce tra amici, conoscenti e altri genitori, ricorriamo ogni tanto a un sito web di inserzioni, Subito.it. Una delle ragazze più in gamba e affidabili l’abbiamo trovata così.
Quest’anno, però, guardando tra le varie offerte, mi ha colpito il numero di inserzioni accompagnate non da una foto, ma da un selfie. Selfie con le labbra socchiuse e le dita a v, con le facce da fatalone che si credono fascinose, e che spesso invece finiscono per risultare volgarotte.
Insomma, sarà l’età, ma mi sono imbarazzato per loro.
Perché non hanno capito che così danno un’immagine tutt’altro che rassicurante (almeno a me). Anche se poi scrivono cose tipo “non rispondo a telefonate anonime”, “rispondo solo a donne” o “no proposte strane o indecenti”, con quei selfie rischiano di ottenere l’effetto opposto. E cioè di farsi considerare come oggetti di desiderio da noi maschi (notoriamente pieni di pregiudizi, me compreso).