
Ogni tanto, superando il senso del ridicolo, su cui secondo me la poesia sta sempre pericolosamente in bilico, scrivo anche poesie, o presunte tali. Ho cominciato a farlo da adolescente (gli adolescenti scrivono tutti poesie, mentre si struggono? Non lo so, io lo facevo), ho continuato, a momenti. Ogni tanto mi viene in mente una frase, un verso, cerco di appuntarmelo e di costruire attorno qualcosa. Per la maggior parte si tratta di boutade.
Leggo anche libri di poesia, raramente (ma più spesso la rubrica specifica che pubblica ogni settimana “Internazionale”, e continuo a rileggere Rodari, dopo averlo riletto ai figli). E devo ringraziare Lo e Armando per avermi regalato negli anni scorsi libri come “Cento poesie d’amore a LadyHawke”, di Michele Mari.
Questa è una delle ultime cose che ho scritto, ad agosto. Mi sembra sufficientemente decente da publicarla qui:
Nani sulle palle dei giganti
(Generazione X)
E alla fine siamo giunti
Proprio ai titoli di coda
E non c’era neanche
La mitica scena nascosta
Prima della parola FINE.
Ma era troppo presto
Per lo spettacolo seguente
Abbiamo guardato la pubblicità
Poi però ci hanno cacciato
Perché il biglietto era scaduto
(ps: questa è una poesia generazionale, parla di quelli come me nati a metà degli anni 60, arrivati troppo tardi per i grandi movimenti di contestazione – ’68, ’77 – e troppo presto, probabilmente, per quelli degli anni 2000)
Anche questa è recente:
Sono solo canzonette
(Nascono rocker, muoiono pompieri)
È la musica ribelle che ti prende
per le palle
Che ti fa male alla pelle
È la musica ribelle che ti dice
solo balle
Che ti lascia con le bolle
E tu vedi solo falle,
E poi conti fino a mille.
E poi
E poi
E poi
E poi cuore sole amore
E poi il ritmo per le mamme
Per le figlie e per le nonne
E la droga che fa male
E l’orgoglio nazionale
E poi balli il reggaeton
La madonna a Medjugorje
Resti in pista a tutte l’ore
Canti pure con le suore
Fai la plastica facciale
Dici che combatti il Male
E che ammiri Aznavour
(ps: questa è più facile, da capire, per le citazioni… Prego notare il cambio di ritmo, da rock a rap-trap, anche se non ho nulla contro la trap)
Questa invece l’ho scritta quasi 20 anni fa, ma mi fa ancora ridere:
Tic tac
Tic tac
Tic tac
Tic tac
È stato il tempo a separarci,
mi dici
Tic tac
Tic tac
Tic tac
Ma io continuo
a pensare
che fosse per le mentine
Tic tac
Tic tac
Tic tac