
Ci siete cascati. Pensavate chissà che , invece è una recensione, di un libro
Confesso. Il libro “Conto i giorni felici” di Daniela Gambino, che mi sono letto in una mattinata andando in treno a Milano (è stata una bella lettura, lo dico subito) mi ha fatto venire in mente una canzone di qualche anno fa che sta nella colonna del film – napoletano – d’animazione “L’arte della felicità”, che ogni tanto riascolto.
Il pezzo, che è tutto chitarra e voce (in napoletano) si chiama “La canzone della felicità”, degli improbabili Tarall&Wine, e in sostanza ripete che pure se non non hai i soldi per le bollette, pure se un sacco di cose vanno male, però che felicità.
Magari la canzone è ironica, però il legame con il libro di Daniela (che a conti fatti conosco da oltre 20 anni, quando abitava a Roma, e di cui ho letto diverse altre cose, fiction e non), è dato dalla constatazione che si può trovare la felicità in un sacco, ma davvero un sacco, di cose.
“Insomma, per essere felici bisogna guardare il mondo per com’è e affrontare le cose una alla volta”, scrive La Gambino già a pagina 18 commentando un passaggio di Gabriele Oettingen, accademica e psicologa tedesca che ha firmato diversi libri di psicologia motivazionale.
Non so se sia quella la chiave del saggio di Daniela: a me sembra di sì, anche se poi l’autrice si lancia nella disamina di diversi tipi di felicità, da quelli della creazione alle gioie, non faccio ironia, della vita familiare, passando per il cibo e il sesso.
Mi ha fatto ridere il ricordo di quella frase di Romano Prodi su “organizzare un po’ di felicità”: ovviamente la felicità collettiva è una cosa un po’ diversa da quella personale, non credo che nessuno pensi di riuscire a realizzare davvero una società di felici, ma certamente un sentimento condiviso migliore di quello che spesso mostriamo, almeno sui social, aiuterebbe (Sulla felicità ha scritto ancora un altro mio amico, Luciano Canova, che di mestiere fa l’economista, ma ancora non ho letto il suo libro: s’intitola “Il metro della felicità”).
E mi piace un sacco anche la frase “Il sesso è, e rimane, una promessa di felicità”. Ma soprattutto, l’essenza del libro, e secondo me di Daniela sta tutto in questa frase qui: “La vita è troppo corta , troppo spaventosamente sorprendente, per trascorrere giorni infelici senza un vero, reale, motivo”. Ci penso da quando ho letto il libro. Perché alla felicità, come dice La Gambino, abbiamo diritto sempre, nonostante tutto.
Insomma, il libro, che si legge in un fiato, vale l’acquisto (11,90 euro, edizioni Graphe.it). Me ne rendo conto anche da quanti passaggi ho sottolineato.