
Vi capisco, e anche quando non vi capisco mi sforzo comunque di comprendervi, anche quando mi innervosisco.
Capisco voi che avete paura, perché ho paura anche io. Capisco voi che siete tornati a casa di corsa, quando eravate lontani dai vostri cari, perché non abbiamo mai vissuto in vita nostra una cosa del genere. E capisco voi che li trattate da irresponsabili.
Capisco voi che avete paura degli altri. E capisco anche gli altri, che hanno paura di voi. Perché c’è sempre un altro. Perché c’è sempre uno più furbo, uno più stupido, uno più menefreghista. Di noi. E c’è sempre uno più ottuso, più terrorizzato, più paranoico. Di noi.
Capisco voi che invocate la Cina e capisco anche chi ha paura di voi – io, per esempio. Capisco chi ha i rigurgiti fascisti e chi ha sempre avuto paura dei rigurgiti fascisti e oggi però ti dice che “è diverso” (è sempre, sempre, sempre, diverso: quando si tratta di noi, di quello che pensiamo noi, dei giudizi che diamo noi, delle paure che proviamo noi, è sempre diverso, e soprattutto è sempre giustificato o giustificabile).
Capisco chi invoca la responsabilità sempre personale e poi però parla per categorie astratte (gli inglesi, i francesi, gli americani, quelli che vanno a correre, quelli coi cani, quelli del Toro). Capisco chi parla per razze e non per culture. Capisco chi parla per culture come fossero razze. Capisco pure quelli che pensano che tanto, le culture sono come le razze. E quelli che pensano che però tutti siamo attraversati da più culture, siamo tante cose diverse.
Capisco chi pensa che gli altri animali siano meglio degli esseri umani, o di certi esseri umani (però spesso non sono gli stessi esseri umani che dispiacciono ad altri). E capisco chi pensa che gli altri animali sì, vabbe’, però vuoi mettere un bambino.
Capisco chi pensa che la complessità sia una balla e anche quelli per cui la complessità alla fine diventa un alibi per non provare a fare le cose.
Capisco quelli che pensano ai complotti, e capisco pure quelli che si sforzano sempre di non farsi venire mai il dubbio.
Capisco tutto questo e anche tante altre cose – certe volte di più, certe volte di meno – perché sono esattamente come voi.