
L’Ospizio era il nome delle feste danzanti che organizzavamo fino a pochissimi anni fa col mio variegato gruppo di amici. Il nome è nato dal fatto che per molti (non per me) la musica “vecchia”, cioè quella che conoscevano meglio, quella anni Settanta-Ottanta, è sempre stata la migliore da ballare. Per un semplice fatto di abitudine, direi. Perché in realtà di musica bella ce n’è sempre tantissima. Diciamo che però molti miei amici si sono fermati alla musica “analogica”, infastiditi da quella “digitale” o elettronica (house, soprattutto techno). O anche semplicemente dal numero crescente di bpm (battiti per minuto).
Forse, infastiditi dal fatto di non essere più adolescenti, e meno disponibili ad ascoltare o a entusiasmarsi per ritmi nuovi.
Prima erano feste solo di adulti caciaroni, poi sono arrivati i figli, e molti hanno smesso di partecipare (privi di nonni, ansiosi o semplicemente della cultura del baby sitting). Poi abbiamo provato a fare feste con i figli, ma rapidamente sono diventate feste poco musicali o con figli imbarazzati dalle prestazioni dei genitori (i quali, a loro volta – ed è il mio caso – in passato erano imbarazzati dai propri genitori danzanti: una maledizione).
Tutta questa lunga premessa per presentare circa 3 minuti di musica che ho creato ex novo, senza alcuna competenza se non da ascoltatore curioso di lungo corso e cultore di un sacco di stili diversi (come dj, anche usando i software che girano, sono stato sempre abbastanza scarso, seppur entusiasta). Ho già creato qualche base musicale, usando Garage Band, ma questa è la prima volta che la faccio sentire a qualcuno:
Non ha un vero titolo, solo Max beat@1.